Una scelta che copre altre magagne
di Rudy Caparrini
Metropoli Day, 01 settembre 2007

In questa settimana Firenze è stata protagonista assoluta a livello nazionale. Tutti i maggiori media italiani non hanno parlato d'altro che dell'ordinanza, voluta dall'assessore Graziano Cioni, che mette al bando i lavavetri. Dei contenuti dell'atto è stato detto molto e quindi non serve aggiungere niente al riguardo. Tuttavia, le molte analisi effettuate sull'argomento hanno omesso di ricercare le motivazioni di natura politica che hanno indotto la giunta a questo provvedimento, così drastico e poco coerente con le idee di un'amministrazione di centro sinistra. A nostro parere, la scelta di questa ordinanza (che condividiamo) può essere interpretata come una necessità quasi obbligata da parte della giunta Domenici di ottenere un consenso più ampio, al fine di alleggerire una pressione crescente di cui cominciava a sentire il peso. Com'è noto, due sono gli argomenti cruciali della politica a Firenze: il nodo delle infrastrutture e la sicurezza. Sul tema dei lavori pubblici, la maggioranza è in grave difficoltà. La tramvia stenta a decollare e nel frattempo si aprono nuovi cantieri, aggiungendo problemi ulteriori ai molti già esistenti.

I cittadini fiorentini sono esasperati e quindi la giunta doveva offrire loro una compensazione nell'ambito della sicurezza, l'altro argomento capace di suscitare interesse fra la popolazione. Non è un caso che gli ultimi due provvedimenti di un certo spessore, quello della chiusura dei locali alle una di notte e appunto l'ordinanza sui lavavetri, mirano a risolvere problemi legati alla sicurezza e alla qualità della vita in città. Azzardando un poco di dietrologia, criticabile quanto si vuole ma spesso utile per cercare la verità, si può sostenere che discutere dei lavavetri può essere un buon modo per mettere in secondo piano i grandi disagi causati dai cantieri. Da qui al 30 ottobre tutti parleranno di questa misura. Ci sarà chi la applaudirà, chi invece la considererà di tipo "fascista e razzista". I due fronti si scontreranno, la polemica si accenderà e la querelle continuerà per un bel po'. Nel frattempo, nessuno penserà alla tramvia. Le attenzioni dei media e delle forze politiche si concentreranno su Cioni, lasciando quindi per un po' in pace il vicesindaco Matulli, il rappresentante istituzionale delegato alla gestione della tramvia. Solo illazioni senza senso? L'amministrazione Domenici ha un solo per modo per smentire questa tesi: rinnovare l'ordinanza al momento della sua scadenza. Altrimenti, sarà lecito pensare che è stata solo una mossa a scopo propagandistico.


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