Domenici, perché solo ora?
di Rudy Caparrini
Metropoli Day, 08 settembre 2007

In questa settimana il sindaco Leonardo Domenici è assurto a protagonista della scena politica a livello nazionale. In una serie di interviste rilasciate ai maggiori giornali italiani, Domenici ha difeso a spada tratta l'ordinanza dell'assessore Cioni sui lavavetri. Il sindaco ha ribadito la sua fermezza pure in sede istituzionale, palesando una netta (e sorprendente) determinazione nella riunione con la sua giunta, dicendosi pronto perfino a convocare elezioni anticipate in caso di mancata unità di intenti. Domenici ha ottenuto un buon successo d'immagine, mostrando di possedere pregevoli qualità dal punto di vista politico. Ciò non è una sorpresa per gli addetti ai lavori. La carriera di Domenici presentava un curriculum rilevante già prima che egli assumesse la guida della nostra città nel 1999. Eletto deputato nel 1994, ad appena 39 anni, il sindaco fiorentino è stato pure membro della segreteria nazionale del Pds con delega agli enti locali. Un personaggio quotato e per questa ragione fu scelto dai vertici nazionali del partito per amministrare Firenze. Il rinnovato coinvolgimento di un così motivato Domenici negli affari cittadini ci induce a pensare che, da qui alla scadenza del mandato (primavera 2009), il sindaco assumerà la guida della città con l'autorevolezza che gli compete.

Per certi versi verso, potremo essere soddisfatti del fatto che Domenici sia finalmente tornato a occuparsi della città dopo un lungo periodo di "latitanza". Per molto tempo, infatti, il sindaco aveva delegato ai suoi collaboratori la gestione delle questioni più scottanti. L'esempio più evidente è il caso della tramvia, con il vicesindaco Matulli incaricato di essere l'unica voce dell'amministrazione in tale delicata materia. Perché Domenici si è deciso solo ora ad agire? Crediamo che la risposta debba includere motivazioni di carattere generale e personale. La sua giunta è in difficoltà e il rischio di un tracollo della sinistra a Firenze è oggi concreto. Questa ipotesi peserebbe pure sul futuro politico di Domenici, impegnato a ricercare una nuova collocazione dopo che sarà terminata l'esperienza come sindaco, carica per cui non può essere rieletto. Da qui la necessità per Domenici stesso di chiudere in bellezza per lasciare un ricordo positivo del suo mandato. Il sindaco deve lavorare sodo per creare le condizioni per una nuova vittoria della sinistra alle amministrative del 2009. Altrimenti, sarà davvero impossibile proporre come presidente della Regione Toscana l'uomo che ha condotto la sinistra fiorentina verso la disfatta.


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