In Grecia il potere è donna
di Rudy Caparrini
21 luglio 2004

Fin dalla storia antica e dai racconti mitologici, le donne greche hanno suscitato grandi emozioni. Tutti noi ricorderemo per sempre Elena, la bellissima moglie di Menelao re di Sparta, rapita dal principe troiano Paride e per questo causa della guerra cantata da Omero. Altrettanto indimenticabile è la figura di Penelope, moglie di Ulisse e regina di Itaca. Di lei rimane proverbiale la scaltrezza e l'immensa pazienza nell'aspettare il ritorno del marito. Pur se alcune analisi storiche ne mettono ora in dubbio la fedeltà tanto decantata (si vedano alcune opere della professoressa Eva Cantarella, nota esperta di storia e diritto greco), Penelope e la sua tela mai completata sono arrivate fino a noi e saranno tramandate alle future generazioni. I racconti dell'antica Grecia ci obbligano a chiamare in causa la perfida Clitennestra, moglie di Agamennone re di Micene e capo delle truppe greche nella guerra di Troia, la quale ordì un complotto con l'amante Egisto per uccidere il marito. Con qualità diverse dalle loro antenate, ma comunque passibili di essere etichettate come "mitiche", altre grandi donne elleniche vissute nel secolo XX hanno reso onore al gentil sesso in terra greca e nel mondo intero. L'epoca moderna ci ha regalato figure femminili di grande carisma, che hanno conferito lustro alla culla della cultura classica.

Il mondo ha apprezzato le qualità di tre grandi donne greche, protagoniste di rilievo nell'ambito dello spettacolo e della cultura.Si tratta di due bravissime attrici, Irene Papas e Melina Mercouri, e della soprano Maria Callas, protagonista di interpretazioni memorabili nei più prestigiosi teatri e arene del panorama internazionale. Esse hanno goduto (e godono tutt'oggi) di meritata fama a livello planetario. Irene Papas (che non a caso interpretò Penelope in una serie televisiva de "L'Odissea"), Melina Mercouri e Maria Callas hanno ricoperto la carica ufficiosa di ambasciatrici di un paese ancora povero, che si fece apprezzare nel mondo grazie alle loro grandi qualità artistiche. A fronte di una storia così ricca di figure esemplari, è opportuno comprendere quale ruolo occupano le donne nella società greca contemporanea. A livello generale le statistiche affermano che, nella penisola ellenica come in parecchi altri paesi del mondo occidentale, la discriminazione fra sessi è ancora presente. Nonostante siano state varate leggi specifiche fin dal 1980, intese a creare le condizioni necessarie per le pari opportunità, i numeri stabiliscono che vi è ancora da lavorare per raggiungere lo scopo prefissato. Dati resi noti dall'ufficio di statistica dell'Unione Europea (Eurostat), aggiornati al 2002, evidenziano che la percentuale di donne impiegate nel lavoro è del 42,7%. In base ai risultati di tale indagine, la Grecia è penultima in questa classifica, prima dell'Italia e dopo la Spagna.

Un livello, quindi, tra i più bassi in Europa ma che merita di essere analizzato in un particolare contesto sociale e geografico. I paesi europei col minore tasso di partecipazione femminile alla vita lavorativa sono tutti gli stati mediterranei. In queste nazioni, lo sappiamo bene anche in Italia, la donna svolge un ruolo fondamentale all'interno famiglia in quanto moglie e madre. La tradizione è radicata nei secoli e non può mutare in modo troppo rapido. Il dato Eurostat non sembra tenere conto della tendenza cosiddetta "al rialzo" (per usare un gergo borsistico) dell'emancipazione femminile nella penisola ellenica. In Grecia il livello di partecipazione delle donne alla vita lavorativa è in costante aumento col passare degli anni. La dimostrazione che il sesso femminile conta (e anche molto) nella società greca contemporanea, risulta evidente analizzando alcuni dati di fatto. Ci preme sottolineare che la penisola ellenica può contare su parecchie donne di grande personalità che occupano posti di assoluta preminenza nella preparazione delle Olimpiadi, in politica e perfino in organizzazioni internazionali. E' doveroso e utile elencare le "primedonne" della Grecia contemporanea, citandole in ordine sparso e casuale, senza voler stabilire una graduatoria precisa.

- Gianna Angelopoulos-Daskalakis
Presidente del Comitato Organizzatore Atene 2004 (ATHOC). E' assurta al rango di eroina nazionale nel settembre 1997, guidando la delegazione della capitale greca alla sessione del CIO che decretò il ritorno dei Giochi nella sua patria di origine. Avvocato di successo a livello internazionale. Vanta significative esperienze in politica, essendo già stata deputata al parlamento nazionale nella fila del partito conservatore Nea Demokratia, attualmente al governo del paese.

- Dora Bakoyannis
Sindaco di Atene. Figlia dell'ex premier Costas Mitsotakis, anziano uomo politico cretese nonché patriarca del partito conservatore guidato oggi da Karamanlis. La prima cittadina della capitale conserva il cognome del primo marito, il giornalista e deputato conservatore Pavlos Bakoyannis, assassinato nel 1989 dai terroristi del gruppo «17 novembre». Dora reagì in modo esemplare alla morte del consorte, impegnandosi in una lotta instancabile e coraggiosa per debellare il terrorismo nel suo paese. Da quel momento ha impiegato le sue forze al servizio del popolo ellenico, lavorando prima come assistente del padre durante il suo governo (1990-1993), poi ricoprendo importanti incarichi parlamentari. Nel 2002 ha stravinto le elezioni per la poltrona di sindaco di Atene, ottenendo un lusinghiero 62% dei consensi al primo turno. La sua funzione di prima cittadina della capitale greca è, di è fatto, la seconda posizione più prestigiosa nel paese, seconda soltanto alla carica di primo ministro.

- Fani Palli-Petralia
Vice ministro della cultura con delega all'organizzazione delle Olimpiadi. Il premier Costas Karamanlis, che ha mantenuto l'interim come ministro della cultura, l'ha voluta al suo fianco per gestire quella che è la priorità assoluta del governo greco. Di professione avvocato, è stata a capo del comitato promotore della candidatura di Atene per ospitare le Olimpiadi del 1996. E' da sempre molto impegnata nel campo delle pari opportunità. E' stata presidente dell'Unione Democratica Internazionale delle Donne e dell'Unione Europea delle Donne.

- Ioanna Kariafilli
Responsabile dell'organizzazione dei Giochi Paraolimpici, la manifestazione sportiva riservata ai portatori di handicap.

- Anna Benaki-Psarouda
Presidente del parlamento ellenico e membro dell'ufficio di presidenza dell'Assemblea Parlamentare Euro-Mediterranea. Per questo ultimo ruolo è stata scelta dai colleghi dell'UE che guidano le assemblee legislative nazionali. Avvocato e docente universitario, vanta varie esperienze ministeriali nei precedenti esecutivi guidati dai conservatori. Nel governo di Costas Mitsotakis è stata prima ministro per la cultura e quindi responsabile del dicastero della giustizia.

- Anna Diamantopoulos
Fino alle elezioni del 7 marzo di quest'anno ha rappresentato l'esecutivo socialista Simitis nella Commissione Europea, con delega alle politiche sociali. E' una delle figure di punta del partito socialista PASOK, ora all'opposizione.

Quanto scritto sopra ci pone di fronte a una realtà non opinabile. Quanti paesi in Europa presentano tante donne nei posti di potere più ambiti? Si potrà dire che "una rondine non fa primavera". Tutto vero ma qui non siamo di fronte a un caso singolo ed isolato. Appare evidente che le donne occupano già adesso ruoli di potere. In futuro il gentil sesso potrebbe occupare una poltrona di prestigio perfino superiore: quella di ministro degli esteri. Tale previsione scaturisce dalla constatazione che, dopo le Olimpiadi, il governo Karamanlis potrebbe decidere un avvicendamento a capo del citato dicastero. Una volta terminata la grande manifestazione di agosto, che sta impegnando ogni energia del governo ellenico, l'esecutivo tornerà a occuparsi anche di altre questioni di politica internazionale. In particolare, la Grecia dovrà adottare una forte linea di politica estera al fine di centrare l'obiettivo cui già avevano mirato Simitis e Papandreou: entrare nel consiglio di Sicurezza ONU nel 2005. Ciò costringerà il premier a porsi una domanda importante: sarà ancora Petros Molivyatis il ministro degli esteri? Tale interrogativo, che circolava già al momento della formazione dell'esecutivo, non intende porre in discussione le qualità dell'attuale capo del dicastero, che è di sicuro un bravissimo diplomatico con una grande carriera alle spalle.

I dubbi sono legati ad altri aspetti. Prima di tutto si deve guardare all'età di Molivyatis, che ha 76 anni. Alcuni commentatori sostenevano, fin dalla costituzione del gabinetto Karamanlis, che l'attuale capo della diplomazia era stato ingaggiato per un fine specifico di breve periodo: risolvere la questione di Cipro in tempi rapidi. Molivyatis era ritenuto l'uomo giusto in virtù della sua esperienza come ambasciatore in Turchia negli anni '80. Egli è un ambasciatore di professione, un tecnico assai bravo a svolgere il suo mandato, ma forse non adatto per impostare un approccio politico generale. Per rappresentare gli interessi del paese a livello internazionale serve invece una figura prettamente politica, che possa godere di ampia popolarità sia in patria sia all'estero. Molyviatis, secondo alcuni analisti, è più bravo a lavorare dietro le quinte piuttosto che ad apparire in pubblico. Riflettendo con attenzione, il ruolo di ministro degli esteri di Grecia, in questi ultimi mesi, è stato in gran parte svolto da due fra le donne citate: Gianna Angelopoulos e Dora Bakoyannis.

Le Olimpiadi sono state il vero veicolo per curare gli interessi greci nel mondo e le due donne "lady di ferro" hanno svolto il loro compito assai bene, offrendo al mondo un'immagine disinvolta e moderna del paese. E' lecito azzardare un pronostico: una di loro due sarà il prossimo ministro degli esteri, stavolta con ruolo ufficiale, del governo di Karamanlis! Difficile sbilanciarsi su chi abbia più possibilità di occupare la carica. Sia la presidentessa del Comitato organizzatore dei Giochi sia il sindaco di Atene hanno tutte le caratteristiche necessarie per fare ben in tale incarico. Sono entrambe dotate di carisma, personalità, esperienza politica, credibilità internazionale, assoluta padronanza degli strumenti di comunicazione, poliglotte come tutti gli esponenti della classe dirigente greca. Sulla base di certe riflessioni, riteniamo che l'ipotesi di una donna a capo della diplomazia ellenica possa essere più di una pura supposizione. Allora il potere in Grecia si tingerà sempre più di rosa.


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