Irene Papas in "La lunga notte di Medea"
Grande interpretazione al Teatro La Pergola di Firenze
di Rudy Caparrini
30 aprile 2006

Venerdì 21 aprile, al Teatro La Pergola di Firenze, è andata in scena la prima dello spettacolo "Grecia, mia cara Grecia", il lavoro curato da Maurizio Scaparro e Giancarlo Cauteruccio e tratto da "La lunga notte di Medea", la celebre opera dello scrittore calabrese Corrado Alvaro che fu rappresentata per la prima volta nel '49. E' stato questo il primo spettacolo della rassegna "Voci d'Europa", che per il secondo anno veniva proposta dallo storico teatro fiorentino dopo il rilevante successo ottenuto nel 2005. Il Teatro La Pergola ha dedicato l'edizione 2006 alle voci femminili, quelle del mito e della passionalità, dei valori e dei sentimenti propri dei popoli del Mediterraneo. Per queste ragioni, per aprire la rassegna è stata scelta proprio la presenza femminile più emblematica della cultura mediterranea: Irene Papas, la grande attrice simbolo vivente della Grecia contemporanea. Un personaggio davvero speciale, una primadonna che non dimostra intenzione alcuna di lasciare il palcoscenico, nonostante i suoi ottant'anni (è nata a Corinto nel 1926). La Papas aveva già interpretato la parte di Medea nel 1977, al Teatro Olimpico di Vicenza e sempre sotto la regia di Maurizio Scaparro. L'opera andata in scena a Firenze si componeva di alcuni brani estratti da quella versione integrale. Il lavoro realizzato da Scaparro e Cauteruccio, come già lo era l'opera di Alvaro, ci rivela una Medea diversa da quella originaria cantata secoli fa da Euripide. Non più la regina dotata di poteri magici e capace di aiutare l'amato Giasone nelle imprese eroiche. La Medea di Alvaro è una donna disperata, che piange perché il suo Giasone l'ha ripudiata per sposare Glauce, la figlia di Creonte, sovrano di Corinto.

Medea si trova ad essere esclusa e discriminata perché straniera, respinta dalla comunità che la ospita, colpevole solo di essere diversa agli occhi intolleranti e pieni di pregiudizi dei Corinzi. Medea, che uccide i suoi figli per vendetta contro Giasone, è una persona fragile e sola. Un personaggio di estrema attualità, simbolo dei tanti pregiudizi che sopravvivono ancora oggi in molti paesi del mondo. La Papas ha regalato al numeroso (e appassionato) pubblico del Teatro La Pergola una grande performance, parlando in italiano e cantando in greco. Una Papas perfettamente idonea a rappresentare Medea, emarginata e discriminata per la sua diversità proprio in quella Corinto che ha dato i natali alla grande Irene. A dispetto dell'età, la Papas è apparsa piena di vigore, padrona assoluta del palcoscenico. Pur se la durata dello spettacolo è stata breve (inferiore a un'ora), è comunque rimarchevole il fatto che Irene non abbia lasciato la scena neppure per un attimo. Senza trascurare l'ottima interpretazione fornita dai bravissimi Giancarlo e Fulvio Cauteruccio, nei ruoli rispettivamente di Creonte e Giasone, è innegabile che lo spettacolo si regge quasi interamente su Irene. L'età non pare avere scalfito le doti innate di questa fuoriclasse del palcoscenico. La Papas ha raccolto un successo unanime anche a Firenze, una città che ha mostrato una volta ancora di amare in maniera profonda tutto quanto appartiene alla cultura greca. Al termine dello spettacolo, molti fra i presenti hanno voluto incontrare Irene, per esprimere la loro sincera ammirazione per un'attrice che da decenni fa onore alla Grecia in ogni parte del mondo.

Irene Papas, Voci d'Europa
Teatro La Pergola, Firenze


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