Unione Mediterranea, un'idea da non sottovalutare
di Rudy Caparrini
02 giugno 2007

La sera stessa della sua elezione a Presidente della Repubblica Francese Nicolas Sarkozy ha dichiarato che intende promuovere un progetto per la realizzazione di un'Unione Mediterranea. Secondo l'idea del neoeletto Capo dello Stato transalpino, si tratterebbe di una nuova organizzazione internazionale, dotata di istituzioni autonome e aperta a tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo. L'ipotesi avanzata da Sarkozy ha aperto un dibattito che sta ponendo in evidenza vari punti di vista. A prescindere da quelli che saranno gli sviluppi, riteniamo che il progetto evocato dal presidente francese meriti comunque di essere tenuto in debita considerazione. Dobbiamo prima di tutto interrogarci per cercare di comprendere i reali motivi per cui il neopresidente francese ha prospettato questa ipotesi. A differenza di ciò che molti pensano, non è detto che Sarkozy abbia pensato a questa soluzione meramente per tenere fuori la Turchia dall'Unione europea (Ue). Per quanto ha già dimostrato nelle sue precedenti esperienze di governo, come titolare dei dicasteri dell'Economia e degli Interni, appare evidente che Sarkozy è un politico vero e perciò provvisto di quella dote che appartiene a tale categoria: il pragmatismo. Questa considerazione induce a pensare che il nuovo inquilino dell'Eliseo non abbia intenzione di porre troppi vincoli di natura ideologica per nessuna materia. Da buon esponente della linea politica tracciata a suo tempo dal generale Charles de Gaulle e poi raccolta dai suoi eredi (il celebre "gollismo"), Sarkozy persegue il solo e unico obiettivo di tutelare gli interessi della Francia a livello internazionale.

Il veto all'ingresso della Turchia nella Ue, che ha rappresentato uno dei capisaldi della campagna elettorale del leader del partito gollista, è da intendersi come una scelta di tipo politico. L'asserzione per cui la Turchia non è Europa bensì Asia Minore è solo un pretesto per nascondere le vere intenzioni del presidente francese. Sarkozy pone il veto ad Ankara perché la Repubblica Turca, se dovessero rimanere in vigore i parametri attuali, si prenderebbe una gran parte dei fondi strutturali europei sottraendoli al misero bilancio comunitario, già oggetto di molte discussioni. Questa è la vera ragione per cui il leader gollista si oppone all'ingresso della Turchia nella Ue. L'interesse nazionale francese è il motivo stesso per cui Sarkozy ha lanciato il progetto di Unione mediterranea. La Francia esercita un ruolo di preminenza, sotto il profilo politico ed economico, nei paesi del Maghreb (Algeria, Marocco, Tunisia). Il rafforzamento della cooperazione nel Mediterraneo permetterebbe a Parigi di consolidare la sua leadership in un'area di interesse strategico. Considerate le motivazioni che animano il progetto di Sarkozy, tocca agli altri Stati di compiere un analogo ragionamento e di considerare se la proposta francese possa essere compatibile pure con i loro interessi. Al riguardo, il piano del neo-inquilino dell'Eliseo potrebbe essere appetibile per molti, non solo per la Francia.

Potrebbero trarre dalla nascita dell'Unione mediterranea diverse tipologie di soggetti: ai Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, all'Unione Europea nel suo complesso e perfino la stessa Turchia, che appare invece essere la più penalizzata dal progetto. In primo luogo, a trarre beneficio dall'Unione mediterranea sarebbero le Nazioni che si affacciano sul Mediterraneo stesso. E' oramai accertato che il processo di integrazione fra le due sponde del Mare Nostrum, iniziato nel 1995 con la conferenza di Barcellona, sta mancando i suoi obiettivi. Appare davvero improbabile che entro il 2010 possa nascere la zona di libero scambio fra gli stati rivieraschi del Mare Nostrum. Il fallimento è da imputarsi proprio alla formula stessa scelta dal Processo di Barcellona, che prevedeva la partecipazione paritaria di tutti gli Stati membri della Ue, conferendo anche a quelli dell'Europa settentrionale od orientale i medesimi obblighi e diritti di quelli che si affacciano sul Mediterraneo. Ne è conseguito che il meccanismo si è inceppato sia per il numero eccessivo di membri sia perché i Paesi non mediterranei non hanno avuto interesse a portare avanti il programma. Il piano francese sarebbe uno strumento molto più efficace per favorire una più solida interazione fra le due rive del Mare Nostrum, giacché prevede la partecipazione di un numero molto più ristretto di Nazioni, tutte mediterranee e pertanto interessate a sviluppare l'integrazione nell'area in oggetto.

Inoltre, si vorrebbe costituire un'organizzazione modellata sullo stile dell'Unione europea, dotata di istituzioni proprie e perfino di una Banca del Mediterraneo, incaricata di promuovere gli investimenti per la promozione dello sviluppo nelle aree più povere. Con questa nuova organizzazione regionale si potrebbe finalmente compiere il passo decisivo verso la creazione di quella zona di libero scambio nel Mediterraneo che rappresentava l'obiettivo finale del Processo di Barcellona. Il piano di Sarkozy potrebbe pure essere funzionale al rafforzamento dell'Ue nel suo complesso, poiché conferirebbe a Bruxelles l'opportunità di assumere un ruolo geopolitico di maggiore incisività sulla scena internazionale. L'Unione mediterranea, infatti, potrebbe essere il perfetto anello di congiunzione fra la Ue e i rimanenti Stati dell'Africa. Mediante questa aggregazione, l'Europa occidentale creerebbe di fatto un confine nuovo con i Paesi del "Continente nero" che più soffrono di una condizione di sottosviluppo. Favorendo un ulteriore salto di qualità degli Stati del Nord Africa, che già oggi godono di un livello di sviluppo superiore rispetto alla media continentale, la Ue potrebbe innescare un circolo virtuoso capace di generare ricchezza nell'intera Africa. Se dovesse riuscire in questo obiettivo, difficile ma non impossibile, la Ue otterrebbe un successo politico fondamentale per conferire a Bruxelles quel ruolo di primo piano nel contesto mondiale che da molto tempo va ricercando.

Il progetto di Sarkozy potrebbe, infine, convenire alla Turchia. In primo luogo, Ankara potrebbe assumere un ruolo di assoluto prestigio nel Mediterraneo orientale, col risultato di guadagnare ulteriore credibilità a livello internazionale. Confermando di essere un partner affidabile per la Ue, come del resto lo è sempre stata fino ad oggi, la Turchia potrebbe convincere la Francia di Sarkozy a mutare atteggiamento riguardo alla sua prospettiva europea. L'Unione mediterranea può quindi essere per Ankara un'opportunità di mostrare la sua utilità a Bruxelles, non un declassamento rispetto alla richiesta di adesione immediata alla Ue. Oltretutto, non dobbiamo dimenticare che la nascita dell'Unione mediterranea non comporterebbe il blocco dei negoziati fra la Turchia e le istituzioni europee. Al momento nessuno può sapere con certezza cosa abbia in mente Sarkozy. Probabilmente neppure il presidente francese ha un'idea precisa di quello che possa essere il risultato finale di questa sua proposta. D'altronde un politico di spessore (Sarkozy senz'altro lo è) è sempre pronto ad adattarsi al contesto piuttosto che rimanere rigido su preconcetti ideologici che mal si conciliano con le regole delle relazioni internazionali. Perciò, il progetto di Unione mediterranea non deve essere bocciato a priori, poiché potrebbe rappresentare una grossa opportunità per il lo sviluppo del Mare Nostrum e per il rilancio della Ue nel suo complesso.


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