Dopo quello per la linea 3 ora è certo che si farà pure il referendum per la linea 2 della tramvia. Sono state ben 16mila, infatti, le firme raccolte dal compitato promotore per il referendum guidato da Mario Razzanelli. Un dato di fatto di assoluto che rappresenta un successo notevole per chi si è impegnato in questa battaglia. Tuttavia, occorre pure riflettere sulla reale opportunità di procedere alla convocazione di questa consultazione popolare. E’ necessario precisare che il referendum ha solo valore consultivo e non potrà in alcun modo incidere sulle scelte della giunta comunale.
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Il comitato dei saggi incaricato di valutarne l’ammissibilità si espresse subito in modo netto, spiegando che, a causa degli effetti prodotti dagli atti amministrativi già approvati, pure se dovesse verificarsi una vittoria plebiscitaria da parte del fronte promotore del referendum, la tramvia sarà fatta comunque. A questo punto è necessario domandarsi: che senso ha procedere con un’azione che non potrà cambiare nulla? Esprimendo un’opinione a titolo personale, ci sentiamo di suggerire a Razzanelli (e a tutto il centrodestra fiorentino) una scelta coraggiosa, che non rappresenterebbe affatto una marcia indietro. La Casa delle libertà farebbe meglio a ritirare la richiesta di consultazione popolare e chiedere, invece, l’apertura di un tavolo con l’amministrazione comunale per discutere di eventuali aggiustamenti al tracciato.
Andando avanti senza freni, per la Cdl sono più i rischi degli eventuali vantaggi che ne potrebbero conseguire. In caso di sconfitta al referendum da parte del comitato anti-tramvia, la giunta comunale potrebbe accusare Razzanelli, facendo uso di una facile retorica, di avere “sperperato inutilmente il denaro dei contribuenti”. In un momento in cui i costi (o meglio gli sprechi) della politica sono nell’occhio del ciclone, convocare una consultazione popolare senza valore effettivo può essere visto come mera mossa demagogica.
Riflettendo bene, il centrodestra può già essere soddisfatto: la vittoria politica c’è già stata con la raccolta delle firme. Allora la Casa delle libertà farebbe bene ad accontentarsi di un successo già evidente e a lasciare perdere una contrapposizione frontale che potrebbe ritorcersi contro la Cdl stessa. Poiché ora il centrodestra fiorentino pare avere validi argomenti per puntare a Palazzo Vecchio nel 2009, riteniamo che non valga la pena di bruciare il patrimonio accumulato per un atto senza valore sostanziale.
Il pericoloso malumore dei verdi fiorentini
La Grecia contemporanea (1974-2006) di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera ed. Polistampa, 2007 |
Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005 di Rudy Caparrini prefazione di Franco Cardini ed. Masso delle Fate, 2006 |