Confindustria, ci sarebbe bisogno di entrambi
di Rudy Caparrini
Metropoli Day, 13 maggio 2007

La contesa per la presidenza di Confindustria Toscana si fa sempre più serrata. Nessuno fra i due candidati in lizza per succedere a Sergio Ceccuzzi, l'imprenditore calzaturiero Antonio Brotini e l'editore Giovanni Gentile, appare in grado di prevalere l'uno sull'altro. I contendenti sono in netta contrapposizione e presentano piattaforme programmatiche antitetiche, frutto delle diverse esperienze professionali. Brotini assegna priorità al comparto manifatturiero mentre Gentile sostiene che si debba puntare su turismo e terziario. A parte le divergenze di opinioni, non vi è dubbio che siamo di fronte a due personalità autorevoli e degne del massimo rispetto. I candidati paiono entrambi molto motivati a lavorare seriamente per il rilancio dell'economia nella nostra regione. Tuttavia, dovendo esprimere un'opinione personale crediamo che la visione di Gentile sia più efficace per garantire nuovo slancio all'industria toscana. Riteniamo che il concetto del manifatturiero puro e duro, quello dove l'imprenditore lavora più dei dipendenti senza però avere una visione strategica e programmatica, non è più idoneo ai tempi attuali.

L'industria toscana deve avere il coraggio di comprendere che i tempi sono cambiati. La nostra regione è una società post industriale che tenderà sempre più a somigliare alle economie dei Paesi occidentali, dominati dal terziario. Il business oggi non è più patrimonio esclusivo di chi produce beni materiali. Gli artigiani della nostra regione, dotati un'impareggiabile capacità tecnica, non riescono a comprendere che al giorno d'oggi non è più sufficiente realizzare un buon prodotto per vincere la concorrenza. Il decantato concetto di qualità deve essere inteso in senso ampio. Ciò che fa la differenza è la capacità di agire a livello di marketing e promozione. Questo non significa che si debba trascurare il comparto manifatturiero, che può ancora dare molto. Il terziario è il futuro ma forse non basta ancora per trainare da solo la ripresa. La crisi dell'industria fiorentina e toscana deriva proprio dall'incapacità di trovare un punto di incontro fra vecchio e nuovo. La grande sfida del futuro sarà di creare nuove forme di business senza disperdere il grande patrimonio creato nei decenni scorsi. Pertanto, se ci è concesso di esporre una proposta di natura costruttiva, pensiamo che la soluzione ottimale sarebbe quella di Gentile presidente con Brotini come suo vice. La soluzione ideale per coniugare innovazione e tradizione. Peccato che da molti sia ritenuta impossibile.


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