Yemen, cruciale per le sorti del Medio Oriente
di Rudy Caparrini
Pagine di Difesa 9 agosto 2005

Lunedì 8 agosto una corte speciale dello Stato dello Yemen ha emesso una sentenza di condanna nei confronti di sei uomini (tre yemeniti, due siriani e un cittadino del Kuwait di origine irachena) accusati di organizzare attentati contro obiettivi stranieri, fra cui le ambasciate di Gran Bretagna e Italia e un centro culturale francese.

La notizia si può collegare alla sentenza pronunciata il 28 luglio dalla corte federale di Brooklyn, che ha condannato lo sceicco yemenita Mohammed Alì al-Moayad a 75 anni di reclusione più una multa di 1,25 milioni di dollari. Lo sceicco, sospettato di legami con al-Qaeda, è stato ritenuto colpevole di avere elargito finanziamenti per due milioni di dollari ad Hamas, l'organizzazione terroristica palestinese.

I verdetti emessi dai tribunali di Brooklyn e di Sanaa, oltre a rappresentare utili precedenti per la giurisprudenza in tema di terrorismo internazionale, offrono l'opportunità di riportare alla ribalta una nazione spesso trascurata ma assai importante: lo Yemen.

Lo Stato, posto a sud-ovest della penisola arabica, patria del mitico impero della regina di Saba, presenta una situazione interna di precario equilibrio. Il presidente Adbullah Saleh, al potere dal 1978, ha dichiarato che non si ricandiderà alle elezioni presidenziali indette per il 2006. L'uscita di scena dell'uomo forte di Sanaa, il più longevo leader del mondo arabo dopo il presidente libico Gheddafi, rischia di aprire una crisi istituzionale pericolosa per l'intero Medio Oriente. Ripensando alla storia dello Yemen, si può notare che le vicende di Sanaa hanno pesantemente influito sulle sorti della regione.

Lo Yemen è un paese cronicamente instabile, che non ha mai realizzato la sua unità nazionale, sebbene nel 1990 sia stata formalmente ufficializzata l'unione fra nord e sud. In realtà, non è mai più esistito uno Stato unitario in Yemen dai tempi della regina di Saba. La suddivisone fra Yemen del nord, con capitale Sanaa, e il sud, che si concentrava intorno all'ex protettorato britannico di Aden, esisteva ben prima dell'arrivo degli inglesi.

Gli yemeniti hanno influito in maniera decisiva nella storia del Medio Oriente moderno e contemporaneo, tanto da poter essere considerati i veri guastafeste della regione. Nel Diciottesimo secolo furono gli yemeniti a bloccare l'avanzata verso sud dell'esercito wahabita, l'apparato militare della famiglia Saud che aveva abbracciato l'ideologia fondamentalista di Wahab. La resistenza degli yemeniti impedì la formazione nella penisola arabica di un unico emirato islamico.

Nel secolo Ventesimo, lo Yemen è stato la bestia nera del presidente egiziano Nasser. Il rais del Cairo rimase molto deluso quando nel 1958 l'imam Badr, sovrano dello Yemen del nord, decise di non aderire completamente al progetto della Repubblica Araba Unita (Rau), al contrario di quanto fece la Siria. Il rifiuto di Badr fece sfumare l'obiettivo di Nasser di accerchiare l'Arabia Saudita, nemico giurato dell'Egitto. In Yemen la contesa fra Cairo e Riad per la leadership del mondo arabo conobbe il suo apice. In seguito al colpo di stato del 1962, compiuto da ufficiali filo-nasseriani che deposero l'imam e proclamarono la repubblica, si scatenò una durissima guerra civile. Il conflitto acquisì presto risonanza internazionale, poiché Egitto e Arabia intervennero per sostenere rispettivamente la repubblica e la monarchia deposta dai golpisti.

Quella guerra è ricordata come il "Vietnam di Nasser", poiché fu fatale al leader egiziano, che aveva impiegato ben 90.000 soldati per riscattarsi dal fallimento della Rau, finita nel 1961. Invece del riscatto, lo Yemen fu per Nasser la causa indiretta della sua più cocente sconfitta: la guerra dei sei giorni del 1967. Il blocco allo stretto di Tiran, casus belli dell'offensiva israeliana, fu un azzardo dovuto alla necessità di ottenere un successo politico per rilanciare un prestigio scalfito. I problemi odierni del Medio Oriente sono, quindi, dovuti allo Yemen.

Gli yemeniti hanno vissuto esperienze politiche di varia natura. Il territorio meridionale dello Yemen, quando la Gran Bretagna si ritirò da Aden nel 1967, vide la costituzione di una repubblica comunista di ispirazione sovietica. Lo Yemen, quindi, è stato il solo paese del Medio Oriente a conoscere da vicino la contrapposizione tipica della guerra fredda.

In tempi più recenti, due personaggi originari dello Yemen hanno segnato in modo indelebile la storia del medio Oriente contemporaneo. Il 4 novembre 1995 il premier israeliano Rabin, che aveva siglato la storica pace con Arafat nel settembre 1993, fu ucciso da Ygal Amir, un ebreo di origine yemenita. Da quel momento il processo di pace fra Israele e palestinesi si è arenato.

Un altro personaggio originario dello Yemen è divenuto addirittura l'uomo più famoso e ricercato del pianeta: Osama bin Laden. La famiglia dello "sceicco del terrore" proviene infatti dallo Yemen del sud. All'inizio degli anni 90 lo Yemen era il terreno ideale per al-Qaeda, che ha potuto svilupparsi nelle molte zone che il governo non riusciva a controllare. In un'intervista rilasciata nell'agosto del 2004 ad al-Quds al-Arabi, quotidiano in lingua araba pubblicato a Londra, lo yemenita Ahmad Nasser al-Bahri, ex guardia del corpo di bin Laden, affermò che il 95% dei membri di al-Qaeda viene dallo Yemen. La rete di bin Laden, in effetti, era molto forte in Yemen, come dimostrò l'attacco all'incrociatore americano Uss Cole, avvenuto il 12 ottobre 2000 al largo di Aden.

La successione al presidente Saleh si presenta come una delle questioni centrali di un Medio Oriente in continuo fermento. La comunità internazionale, che molto si sta preoccupando dell'avvicendamento in Arabia Saudita e delle imminenti elezioni presidenziali in Egitto, è chiamata a tenere d'occhio lo Yemen. La storia ha dimostrato che, per le sorti del Medio Oriente, Sanaa è importante quanto Cairo e Riad.


La Grecia contemporanea 1974-2006 La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
  Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005, di Rudy Caparrini Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006


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