Quale politica estera per Atene?
di Rudy Caparrini
Mondo Greco 7 settembre 2008

Si prospetta un anno molto intenso per la diplomazia greca, impegnata su più fronti: Cipro, Unione mediterranea, Turchia e Ue, Balcani. Ma la Grecia è pure membro della BSCE (Organization of the Black Sea Economic Cooperation: Organizzazione per la Cooperazione Economica del Mar Nero), organismo di cui fanno parte Russia e Georgia, protagoniste di una crisi ancora non risolta.

I decision makers ellenici, in primis il premier Costas Karamanlis e il ministro degli Esteri Dora Bakoyiannis, dovranno compiere scelte importanti, che comportano grandi assunzioni di responsabilitàCerchiamo di capire quale può essere la linea migliore per le scelte di politica estera cui è chiamata Atene. Ne parliamo col nostro Vincenzo Greco, fra i massimi esperti della politica estera greca, senza dubbio il cittadino italiano che meglio conosce la materia.

Iniziamo con l’Unione per il Mediterraneo. Un’occasione importante per la Repubblica Ellenica. Ci sono già importanti progetti in corso. Ce li puoi descrivere?

Tali progetti sono programmi per la collaborazione euro-mediterranea nell’ambito dell’economia, della società e della sicurezza. I settori toccati sono vari: i trasporti, il turismo, l’emigrazione, l’approvvigionamento energetico e l’inquinamento ambientale. Più importante dei singoli progetti, comunque, penso sia la stessa natura politica dell’Unione Mediterranea. Essa, nonostante i rumori iniziali, non intende escludere la Turchia dall’UE o tenere lontano i paesi membri nord europei. Rappresenta, invece, la continuazione e il riaffermare dell’impegno del processo di Barcellona con il rafforzamento della collaborazione dell’Europa con i paesi del bacino mediterraneo. Quest’Unione per il Mediterraneo fin dall’inizio è stata sostenuta dalla Grecia, come paese importante per il Mediterraneo orientale che ha ogni interesse di promuovere la collaborazione e la stabilità in tutta la regione. Turchia. Un fronte sempre e comunque fondamentale perla politica estera ellenica. Atene continuerà a sostenere le pretese di Ankara per l’adesione alla UE? La Grecia senz’altro continua a sostenere la sua prospettiva europea, nonostante le forti resistenze da parte di certi paesi europei. Con gli sviluppi nel Caucaso, la Turchia aumenta il suo peso nella scacchiera geopolitica e questo può portare alla riconsiderazione gli scettici, in tal caso la Grecia dovrà assicurare che non ci siano “sconti” per quello che riguarda l’adempimento dei criteri di Copenaghen. Scopo della Grecia, infatti, deve continuare ad essere l’avere un vicino democratico e pacifico.

Cipro: i negoziati riprendono.

Sì, finalmente! Le elezioni presidenziali e l’inizio di negoziati diretti hanno smentito tutti quelli che pensavano che i greco-ciprioti non volessero la riunificazione. Ora abbiamo due leader a Cipro che sembra auspicano la risoluzione del perenne confitto. La cosa buona è che potenze come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna mantengono una certa distanza dai negoziati e sembrano prediligere una soluzione “cipriota”. La Grecia segue la stessa linea e sembra non voler influenzare i negoziati e la soluzione finale. Ancora una volta, però, la posizione di Ankara non è chiara: anche se il governo potrebbe voler lasciare Talat negoziare liberamente il futuro della propria comunità, è difficile stabilire l’influenza dell’esercito nel processo. In ogni modo, c’è ancora molta speranza per Cipro e nessuna delle parti deve sottovalutare l’effetto che una soluzione avrà per le relazioni greco-turche. Purtroppo lo stesso vale nel caso di un nuovo fallimento che nessuno si augura. Speriamo bene, un successo, del resto, darà un segnale positivo che anche le più complicate dispute internazionali possono essere risolte. Una speranza per il difficile futuro che si prospetta davanti a noi sulla scena internazionale.

Balcani: Atene è ancora intenzionata a non riconoscere il Kosovo come Stato indipendente?

Secondo me, gli avvenimenti in Georgia hanno dimostrato il grossolano errore compiuto da molti paesi occidentali con il riconoscimento del Kosovo. Come ebbi occasione di scrivere alla vigilia della proclamazione dell’indipendenza unilaterale, una simile violazione del diritto internazionale non può essere considerata “sui generis”, ma costituisce un pericoloso precedente. Le conseguenze ci ciò le vediamo ora nell’Ossezia del Sud e Abkhazia. Nella politica estera bisogna essere coerenti e responsabili, per questo sottoscrivo pienamente la scelta di non riconoscimento del Kosovo, come anche quella nel caso delle due autoproclamate repubbliche caucasiche. Speriamo che la comunità internazionale trovi modi per correggere gli errori, magari tramite una conferenza internazionale che ristabilisce le regole che governano il cambiamento delle frontiere degli stati.

Mar Nero: Georgia e Russia sono entrambe nazioni amiche. Come si pone Atene in tale contenzioso?

Atene ha scelto un atteggiamento di pari distanze e obiettività rispetto al conflitto russo-georgiano. Ha condannato l’uso di forza in generale, ma ha anche riconosciuto le responsabilità del presidente Shakhasvili che ha scattenato il conflitto, bombardando in piena notte una città. La Grecia ha sostenuto, inoltre, la posizione del Consiglio Europeo che giudicava la risposta russa sproporzionata. Non si può, quindi, sostennere che Atene prese la parte dell’uno o dell’altro, la linea che segue è quella del rispetto del diritto internazionale in ogni caso. Tale posizione di equidistanza è un ottima scelta per Atene, considerando anche che la Grecia assume a partire dal primo gennaio 2009 la presidenza dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa che avrà un ruolo chiave nel tentativo di pacificazione in Georgia.

Chiudiamo con una considerazione generale. A mio parere, la Grecia giocherà un ruolo essenziale nel contesto geopolitico futuro per il fatto che il Mediterraneo orientale sarà lo snodo dell’energia. Sarà un vantaggio o uno svantaggio avere una posizione geopolitica così importante?

In teoria, nella politica internazionale non può essere mai uno svantaggio il creare una posizione geopolitica nello scacchiere mondiale, nella prassi però il tutto dipende molto dal come un paese piccolo come la Grecia riesce a “vendere” meglio tale vantaggio e a chi. Per il momento la Grecia non ha nessun interesse di prendere la posizione di nessuno e deve solo cercare di aumentare la propria importanza geopolitica, senza cadere nella dipendenza diretta dell’uno o dell’altro. Fare insomma il proprio gioco con le carte degli altri e presentarsi come ago di bilancia nel momento giusto. Probabilmente, la stessa cosa dovrebbe fare anche l’Europa, anche se per il momento sembra difficile. Speriamo che non si presenteranno le condizioni di una nuova guerra fredda, ne abbiamo avuto abbastanza per 50 anni.


La Grecia contemporanea 1974-2006 La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
  Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005, di Rudy Caparrini Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006


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