Il vertice di Sharm, la Siria e il ruolo della Ue
di Rudy Caparrini
Pagine di Difesa 11 febbraio 2005

L'incontro al vertice di Sharm el-Sheik, avvenuto l'8 febbraio, pare avere generato risultati molto buoni, perfino superiori alle aspettative. Il summit dovrebbe avere sancito la fine della seconda Intifada, iniziata nel settembre 2000. Ariel Sharon e Mahmoud Abbas (detto Abu Mazen) hanno raggiunto l'intesa per un cessate il fuoco, impegnandosi a lavorare affinché la tregua possa assumere carattere duraturo.

Oltre che le due parti in conflitto, il vertice ha visto in prima fila anche alcuni grandi mediatori, decisivi nella fase preparatoria dell'evento. Egitto e Giordania sono stati basilari nell'avvicinare le parti. Anche gli Usa si sono messi in bella evidenza nei giorni precedenti il summit, con la visita nella regione di Condoleeza Rice, neo segretario di Stato.

Il vertice di Sharm ha visto ancora una volta in secondo piano l'Unione Europea, apparsa di nuovo come il "convitato di pietra". L'Europa, che pure potrebbe giocare un ruolo primario in virtù della vicinanza geografica e degli stretti rapporti che da sempre intercorrono con l'intero mondo arabo, neppure questa volta ha inciso in maniera sostanziale nel negoziato.

Sarebbe però errato trarre giudizi troppo drastici, credendo che il peso politico della Ue in Medio Oriente sia del tutto inesistente. A maggior ragione dopo il vertice di Sharm, Bruxelles può giocare un ruolo chiave nello scacchiere diplomatico mediorientale. La Ue può fare molto per quello che sarà, per forza di cose, il prossimo passo del processo di pace: la trattativa tra Israele e Siria.

Ora che il dialogo tra israeliani e palestinesi sembra ben avviato, sarà inevitabile di affrontare la questione più complessa sotto il profilo territoriale, quella delle alture del Golan, che Israele strappò alla Siria nella guerra dei Sei giorni del giugno 1967. Tali territori presentano per entrambi i contendenti una valenza speciale, in virtù del gran valore strategico dell'altopiano.

Dal Golan si tiene sotto controllo Damasco, posta a pochi chilometri di distanza. Israele ne ha compreso il valore cruciale al punto che, a differenza di Cisgiordania e Gaza, le alture non hanno lo status di Territori occupati, bensì sono state ammesse allo Stato ebraico. Per i medesimi motivi di natura strategica la Siria si è sempre opposta a ogni compromesso. Hafez Assad, padre dell'attuale presidente siriano Bashar, ha ripetuto ogni volta che un'intesa era possibile solo in cambio dell'intero territorio del Golan occupato nel 1967.

La rigidità delle due posizioni impone ai mediatori internazionali di adoperarsi per ridurre le distanze. Com'è accaduto per ogni accordo in Medio Oriente, sarà basilare un lungo lavoro che consenta di smussare gli angoli.

La partita diplomatica che sta per aprirsi sul Golan offre all'Ue una grande occasione per proporsi come mediatore fra Gerusalemme e Damasco. L'Unione ha una carta molto importante da offrire alla Siria per indurla ad avviare negoziati con Israele: l'accordo di associazione. La Siria, unico fra gli Stati del partenariato Euro-Mediterraneo, non ha ancora siglato questa intesa, che in tanti paesi della sponda sud del Mare Nostrum ha consentito un notevole salto di qualità in campo economico e sociale. Bruxelles può agire su Damasco usando l'arma della "economic diplomacy" che rappresenta il tratto distintivo del Vecchio Continente.

Bashar Assad sa che solo il perfezionamento dell'accordo di associazione può consentire al suo paese di uscire dall'isolamento politico in cui si è venuto a trovare dopo che gli Usa hanno incluso la Siria nell'Asse del male. La Ue, a differenza degli americani, ha mantenuto rapporti cordiali sia con Damasco sia con Gerusalemme. L'Unione Europea potrebbe essere il mediatore ideale per indurre Israele e Siria ad aprire il tavolo negoziale per le alture del Golan.


La Grecia contemporanea 1974-2006 La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
  Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005, di Rudy Caparrini Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006


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