Turismo, uno strumento per esportare la democrazia
di Rudy Caparrini
Pagine di Difesa 21 luglio 2005

Sabato 16 luglio si è verificato un grave attentato in Turchia, precisamente nella località turistica di Kudasasi, situata sulle rive del mar Egeo. Bersaglio dei terroristi è stato un minibus che stava trasportando i villeggianti verso le spiagge. Il bilancio dell'azione criminale, che pare non essere opera di un suicida, parla di cinque morti e di alcuni feriti. Quanto alla matrice, gli inquirenti stanno vagliando tutte le piste possibili. Viene tenuta in piedi sia l'ipotesi di Al-Qaeda sia quella di terroristi di etnia curda, con i quali Ankara è in conflitto da decenni.

In attesa di saperne di più su chi ha voluto l'attentato, è opportuno riflettere sulla motivazione per cui tali criminali, chiunque essi siano, stanno sempre più agendo contro le località di villeggiatura turche. I gruppi terroristici hanno compreso che per la Turchia il turismo è divenuto un fattore di grande rilievo politico ed economico.

Il turismo è un elemento decisivo per lo sviluppo di una nazione, dal momento che consente al cittadino comune di avere un contatto con una cultura diversa. L'industria turistica comporta il trasferimento di ricchezza dai paesi più ricchi e a quelli in via di sviluppo. Di conseguenza, l'arrivo di turisti è una forma ottimale per apportare benefici concreti alla vita quotidiana di una semplice cittadino.

Il ragionamento sul valore politico del turismo vale in modo speciale per la Turchia, dove l'industria della vacanza sta crescendo a ritmi esponenziali. Il 2004 ha registrato l'arrivo di oltre 17,5 milioni di visitatori e nei primi cinque mesi del 2005 i dati sono addirittura migliori, segnando un aumento ulteriore del 20%. Il trend di crescita è inarrestabile: +68% negli ultimi quattro anni.

A livello di governo, Ankara sta utilizzando il turismo come strumento di politica estera. Come ha scritto l'autorevole quotidiano turco Zaman il 13 luglio, il premier Recep Tayyp Erdogan sta facendo ampio uso della "diplomazia della vacanza". Tale definizione si riferiva alla scelta di importanti capi di governo stranieri, quali il premier greco Karamanlis e il presidente siriano Bashar Assad, di trascorrere in Turchia una parte della loro vacanza come ospiti di Erdogan.

L'annunciata villeggiatura del giovane Assad in Turchia offre lo spunto per una riflessione sui benefici che il turismo potrebbe portare anche in Siria. I dati sul turismo mostrano una situazione che, pur se non soddisfacente in termini assoluti, presenta comunque una propensione alla crescita. Secondo dati ufficiali, sono stati oltre tre milioni i visitatori nel 2004, mentre per il 2005 si prevede una crescita di oltre 600mila turisti, ovvero del 20%. Come riporta Arabic news, nei primi mesi dell'anno si è raggiunto quota 1,41 milioni di turisti, rispetto a 1,18 milioni del 2004. E' intenzione del governo siriano di stimolare l'arrivo di un numero maggiore di visitatori europei. La cosa potrebbe essere realizzabile, tenendo conto del fatto che Damasco sta per concludere l'accordo di associazione con l'Unione europea (Ue).

L'affermazione del turismo è fondamentale per i governi di Ankara e Damasco. Dopo l'attentato a Kudasasi, più che mai i governi dei paesi civili (non avrebbe senso parlare solamente di occidentali), dovrebbero favorire l'afflusso di turisti in Turchia e Siria. Il consolidamento degli introiti derivati dalle vacanze permetterebbe ai due paesi di compiere passi avanti verso i rispettivi obiettivi. La Siria di Bashar Assad potrebbe finalmente fa decollare il programma di riforme, finora bloccato dalle resistenze dagli ambienti conservatori. La Turchia di Erdogan, che già è in fase di espansione economica (con crescita annuale del Pil nella misura del 9%), potrebbe compiere il salto di qualità decisivo in materia legislativa, uniformandosi ai parametri richiesti per entrare a pieno titolo nella Ue.

La stessa Europa ha potuto sperimentare il valore del turismo come mezzo per la crescita economica e sociale delle nazioni, come dimostra l'esperienza di Grecia, Spagna e Portogallo. Il crescente arrivo di turisti stranieri ha consentito a questi tre paesi europei, che si sono liberati dalle dittature solo a metà degli anni Settanta, un recupero in tempi rapidi, capace di garantire il pieno ritorno verso la democrazia e la liberta. L'esperienza di Grecia, Spagna e Portogallo deve indurre i governi europei a incoraggiare i loro cittadini, ora più che mai, a recarsi in vacanza nei paesi del Mediterraneo orientale. Perchè il turismo è il mezzo ideale per esportare la democrazia.


La Grecia contemporanea 1974-2006 La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
  Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005, di Rudy Caparrini Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006


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