Da un po' di tempo il premier israeliano Ariel Sharon sta ricevendo più critiche all'interno del suo partito, il Likud, che dall'opposizione laburista. Il deputato Moshe Feiglin, fra i maggiori leader dell'ala conservatrice del Likud stesso, ha dichiarato che Sharon non può continuare a guidare il partito poiché sta agendo contro l'ideologia di base dello schieramento. Tale affermazione è paradossale se si pensa che il Likud nacque proprio per idea di Sharon stesso, nel 1973, che volle costituire un blocco che avrebbe tutelato le istanze dei nazionalisti. Ora il premier israeliano è considerato il traditore della causa, l'uomo che svende la sacra terra d'Israele ai "terroristi palestinesi".
Le accuse contro Sharon hanno il sapore di un "déjà vu". Il capo del governo di Gerusalemme sta ricevendo i medesimi insulti di cui fu bersaglio Ytzhak Rabin circa dieci anni or sono. Il fuoco della destra oltranzista contro il suo leader fornisce l'occasione per delineare un parallelo tra Sharon e Rabin. I due personaggi, spesso ritenuti antitetici, sono in realtà più simili di quanto si possa pensare.
Entrambi sono stati militari valorosi, eroi per il loro popolo.
Rabin è stato presente sul campo di battaglia fin da prima della nascita dello Stato di Israele, come membro del Palmach, le unità d'élite dell'Haganah. Rabin, che ha svolto una carriera esemplare nell'esercito israeliano fino a divenire capo di stato maggiore, sarà per sempre ricordato come l'eroe che guidò le truppe israeliane nella trionfale guerra dei Sei giorni del 1967.
Pure Sharon è stato un militare leggendario. Nel 1967, in quanto capo del comando del sud, guidò in modo impeccabile i suoi uomini alla conquista del Sinai. Nel 1973 Sharon fu addirittura il salvatore della patria, guidando la sua unità all'attraversamento del canale di Suez, realizzando la manovra di accerchiamento all'esercito egiziano che cambiò il corso della guerra di Ottobre.
Per lunghi anni, sia Sharon sia Rabin sono stati estromessi dai ruoli chiave della politica in Israele.
Rabin, secondo molti commentatori dell'epoca, si era bruciato con la sua prima esperienza di governo, fra il 1974 e il 1977, mostrandosi non all'altezza di un simile incarico. Di lui si pensava che lo spessore politico non fosse pari alla competenza dimostrata nella carriera militare. Rabin riemerse solo a metà degli anni '80, prima come ministro della Difesa poi occupando di nuovo la poltrona di capo del governo.
Pure Sharon sembrava fuori dai giochi dopo la disastrosa avventura in Libano, avviata nel 1982, una campagna che doveva essere breve e vittoriosa e che, invece, si tramutò in un pantano per l'esercito israeliano. Perse la carica di ministro della Difesa e conobbe anni di oblio. Recuperò un ruolo di rilievo solo sul finire degli anni '90, come ministro degli Esteri di Netahnyahu prima e quindi premier dal 2000 fino a oggi.
Rabin e Sharon sono stati i personaggi responsabili delle maggiori violenze contro il popolo palestinese.
Rabin, oltre ad avere occupato i territori di Cisgiordania e Gaza nella guerra dei Sei giorni, è stato il ministro della Difesa durante la prima Intifada, iniziata nel 1987. Fu proprio lui a ordinare di reprimere senza pietà la rivolta delle pietre, esortando i soldati a usare ogni mezzo a loro disposizione.
Sharon, da parte sua, è stato senza dubbio il più odiato fra i palestinesi. Negli anni '50 fu il capo dell'Unità Speciale 101, incaricata di compiere raid punitivi a Gaza e in Cisgiordania in risposta agli attacchi dei guerriglieri palestinesi. L'attuale premier israeliano, soprattutto, è stato il principale responsabile dell'orrendo eccidio compiuto nei campi profughi di Sabra e Shatila nel settembre 1982.
Ultima analogia: i due sono stati i soli premier israeliani che hanno decretato ritiri da porzioni di territorio per affidarle agli odiati nemici palestinesi (Begin, firmatario degli accordi di Camp David del 1978, restituì il Sinai all'Egitto). Rabin ha siglato il trattato di Washington del settembre 1993, che ha consentito la nascita dell'Autorità nazionale palestinese (Anp). Sharon pare intenzionato a portare avanti il suo piano di ritiro unilaterale dalla striscia di Gaza, con smantellamento delle colonie ebraiche che si trovano in tale zona.
Se è vero che gli eventi storici hanno delle ricorrenze, in presenza di due personalità così simili non si può escludere che Sharon possa portare a compimento il piano di evacuazione ed entrare nella storia accanto a Rabin.
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006