Unione mediterranea, Sarkozy ci crede davvero
di Rudy Caparrini
30 settembre 2007

Nel momento in cui eravamo tutti pronti a dichiarare tramontato e fallito il progetto Euromed, il ciclone Sarkozy riesce di nuovo a smuovere le acque (è proprio il caso di dirlo) di un Mediterraneo fin troppo calmo e assopito. Il 23 ottobre, parlando in un’occasione ufficiale a Tangeri, nel nord del Marocco, il presidente francese ha ufficialmente proposto di indire una conferenza nel 2008 con la presenza di tutti i Capi di Stato e di governo dei Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum. Il presidente francese ha deciso di imprimere una svolta decisa al fine di portare avanti il suo progetto di dare vita a un’Unione Mediterranea.

Sarkozy pare credere davvero a questo programma, evocato dal neo inquilino dell’Eliseo la sera stessa della sua elezione a Presidente della Repubblica Francese. Le parole pronunciate ieri mostrano un coinvolgimento perfino inatteso. Il Capo di Stato transalpino ha affermato che “il futuro dell’Europa è a sud” e ha rivolto il suo invito direttamente ai “popoli mediterranei da Gibilterra a Tel Aviv, da Istanbul a Marsiglia, da Tripoli a Roma, a unirsi in un’unica unione politica”. Un’uscita determinata, nello stile energico e autoritario di quello che sta imponendosi come un leader di elevata statura a livello europeo e mondiale. Il “novello Napoleone”, come viene definito lo stesso Sarkozy, è deciso a lavorare alacremente per creare un’istituzione politica in uno dei luoghi cruciali dell’intero pianeta sotto il profilo geopolitico.

La presa di posizione di Sarkozy induce a una riflessione politica di grande rilievo, facendo capire che il presidente francese pare non credere più al processo di Integrazione Euromediterranea (Euromed) avviato a Barcellona nel 1995. D’altronde, il capo dell’Eliseo ha più di una ragione per sostenere che Euromed stia fallendo i suoi obiettivi. Quasi nessuno parla più del processo di Barcellona nelle cancellerie internazionali. Le conferenze al vertice si sono ormai ridotte a incontri su temi economici e commerciali, cui partecipano solo i ministri per i commercio con l’estero,. L’ultimo di questi si è svolto a Lisbona il 20 ottobre, fra l’indifferenza generale. Appare davvero improbabile che entro il 2010 possa nascere la zona di libero scambio fra gli Stati rivieraschi del Mare Nostrum. Il fallimento è da imputarsi proprio alla formula stessa scelta dal Processo di Barcellona, che prevedeva la partecipazione paritaria di tutti gli Stati membri della Ue, conferendo anche a quelli dell’Europa settentrionale od orientale i medesimi obblighi e diritti di quelli che si affacciano sul Mediterraneo. Ne è conseguito che il meccanismo si è inceppato sia per il numero eccessivo di membri sia perché i Paesi non mediterranei non hanno avuto interesse a portare avanti il programma.

Sarkozy, uomo politico di grande spessore e dotato di quel pragmatismo proprio dei leader che sono passati alla storia, ha capito che non può attendere che sia la Ue a rilanciare il processo di integrazione. La sua Francia esercita un ruolo di preminenza, sotto il profilo politico ed economico, nei paesi del Maghreb (Algeria, Marocco, Tunisia). Il rafforzamento della cooperazione nel Mediterraneo permetterebbe a Parigi di consolidare la sua leadership in un’area di interesse strategico, conferendo alla Francia un ruolo ancora più incisivo a livello internazionale.

Ora tocca agli altri Stati europei che si affacciano su Mediterraneo dimostrare se credono o meno al rilancio dell’integrazione fra le due sponde del Mare Nostrum.

Siamo pronti a scommetter che il piano di Sarkozy troverà il dovuto seguito, oltre che in Francia, pure in Spagna Grecia, nazioni ch stanno investendo molte risorse politiche e diplomatiche sul Mediterraneo. La Turchia potrebbe vedere nell’idea del presidente francese un’interessante opportunità. Il dubbio più grande riguarda ancora una volta l’Italia, la nazione simbolo del Mare Nostrum per eccellenza che sembra invece avere smarrito la sua identità mediterranea. Con grande dispiacere, dobbiamo ancora una volta rilevare l’assoluta indifferenza manifestata dalle istituzioni politiche e dagli organi di stampa in seguito alla proposta di Sarkozy. Eppure l’Italia poterebbe avere un interesse cruciale nel mediterraneo, almeno pari a quello della Francia. Speriamo che la determinazione di Sarkozy riesca a svegliare la classe dirigente italiana, in modo da farle ricordare che il Mare Nostrum, oltre ad essere alla base della nostra storia e cultura, è una grande occasione anche oggi per il nostro Paese.



La Grecia contemporanea 1974-2006 La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
  Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005, di Rudy Caparrini Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006


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