Negli ultimi tempi Dora Bakoyannis, titolare del dicastero degli esteri del governo greco, ha svolto un lavoro diplomatico di grande intensità in Medio Oriente. Nel volgere di poche settimane, la numero uno della diplomazia di Atene si è recata prima in Egitto, quindi in Israele e nei territori dell’Autorità nazionale palestinese, infine in Siria. Durante tali missioni la Bakoyannis ha incontrato molti fra i principali protagonisti della politica mediorientale. In Egitto, il ministro degli esteri di Atene ha avuto colloqui con il suo omologo egiziano Abul Gheit, col presidente Hosni Mubarak e con Amr Moussa, segretario generale della Lega Araba. In Israele, la Bakoyiannis ha incontrato il premier israeliano Ehud Olmert e la signora Tzipi Livni, titolare del dicastero degli esteri. A Ramallah, si è avuto l’incontro con Abu Mazen e Salem Fayyad (non ancora premier incaricato, bensì ministro delle finanze), i quali hanno dedicato notevole importanza alla leader della diplomazia ellenica nonostante la drammatica situazione interna dell’Anp, lacerata dalla lotta fra Fatah e Hamas. A Damasco, infine, la Bakoyannis ha avuto colloqui col presidente siriano Bashar Assad, con il suo vice Farouk Al-Shara e col ministro degli esteri Walid al-Muallem.
Da sempre il Paese ellenico, pur collocandosi nel campo occidentale, ha intrattenuto ottimi rapporti con gli Stati arabi, che non a caso hanno sempre sostenuto la Grecia contro la musulmana Turchia nel contenzioso per Cipro. Ancora oggi, nonostante gran parte della comunità internazionale tenda a ghettizzare la Siria, da molti indicata come lo “Stato canaglia” per eccellenza insieme all’Iran, la diplomazia greca mantiene invece ottime relazioni con Damasco, sia a livello politico sia come partnership sotto il profilo economico.
Negli ultimi anni, tuttavia, si sono verificati progressi pure nei rapporti con Israele. Come ebbe modo di affermare nel febbraio 2006 l’allora Capo di Stato israeliano Moshe Katzav, durante la sua visita ufficiale nella Repubblica ellenica, negli ultimi anni i due Paesi hanno compiuto progressi significativi nelle relazioni bilaterali dal punto di vista politico ed economico.
Oggi la Grecia può quindi presentarsi come valido interlocutore per entrambi. Per tale ragione, pur se l’indiscrezione non è stata confermata ufficialmente, pare che il premier israeliano Olmert abbia affidato proprio a Dora Bakoyiannis una lettera da consegnare al presidente siriano Assad. Indipendentemente dalle smentite pervenute, che a livello di relazioni internazionali rappresentano quasi la regola di fronte e questioni così delicate, si scorgono chiari segnali di grande fiducia da parte di Gerusalemme e Damasco nei confronti della diplomazia ellenica.
Il governo di Atene, da parte sua, è cosciente di poter agire con efficacia in Medio Oriente e sta per questo si sta comportando da protagonista. Addirittura, la Grecia potrebbe avere le carte giuste per condurre quell’opera di mediazione fra Israele e il mondo arabo che finora non sta riuscendo alle grandi potenze e alle organizzazioni internazionali.
Chissà che la Grecia, soprattutto per ciò che concerne il contenzioso fra Israele e Siria, non possa assurgere a quel ruolo che nel 1993 fu svolto dalla Norvegia, Paese chiave per il raggiungimento degli accordi di Oslo fra Israele e Autorità nazionale palestinese, siglati da Rabin e Arafat nel settembre 1993 a Washington. Atene potrebbe compiere un’opera di mediazione determinante per avvicinare Gerusalemme e Damasco. Nei prossimi mesi potremmo di nuovo vedere i capi della diplomazia ellenica impegnati attivamente in Medio Oriente, magari con il contributo dei Patriarcati Ortodossi di Gerusalemme e Antiochia.
Incontri di grande importanza che confermano il ruolo centrale della Grecia, ormai storicamente consolidato, nel contesto politico del Medio Oriente. La diplomazia greca conosce bene la storia, la cultura e le problematiche attuali di questa area geografica, la più calda e difficile di tutto il pianeta. La Repubblica Ellenica, infatti, può vantare una conoscenza della regione di notevole livello. I legami politici ed economici fra Grecia e Medio Oriente sono molto solidi da lungo tempo. E’ risaputo che la Grecia ha sempre prestato grande attenzione al Medio Oriente, anche per il fatto che da secoli hanno vissuto nell’area comunità elleniche numerose e ben integrate, che hanno espresso personalità di assoluto prestigio.
Basta ricordare due nomi celeberrimi di ellenici originari del Medio Oriente: il grande poeta Costas Kafavis, esponente della storica comunità greca di Alessandria d’Egitto, nume tutelare della letteratura del secolo XX; l’insigne studioso di politica internazionale Panayotis Vatikiotis, nativo di Gerusalemme e considerato unanimemente come uno fra i massimi esperti di ogni epoca in materia di Medio Oriente e Mediterraneo. La presenza di comunità greche consistenti ha favorito la nascita di numerosi Patriarcati Ortodossi in Medio Oriente.
Queste istituzioni, senza dubbio superiori ai Patriarcati Latini quanto a rappresentanza dei cristiani nella regione, sono ovviamente legati a filo doppio alla Grecia, la culla della religione ortodossa. I Patriarcati ortodossi, in virtù delle relazioni ufficiali coi governi nazionali dove sono ubicati, costituiscono un utile strumento diplomatico di cui Atene può avvalersi per esercitare la sua influenza in Medio Oriente. Per ciò che concerne la situazione attuale, risulta evidente che i popoli mediorientali paiono fidarsi dei greci. La Repubblica Ellenica appare capace di dialogare con i contendenti senza pregiudizi. Atene gode ora della fiducia sia del mondo arabo sia di Israele.
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006