Riforma Onu, l'interesse comune di Italia e Islam
di Rudy Caparrini
Pagine di Difesa 4 marzo 2005

La riforma del Consiglio di sicurezza Onu sta entrando nella sua fase decisiva. La proposta finora più accreditata, che prevede l'ingresso di quattro nuovi membri permanenti (Germania, Giappone, India e Brasile) nell'organo delle Nazioni Unite competente per il mantenimento della pace e della sicurezza, è osteggiata dall'Italia. Se gli Stati menzionati (già denominati G4) dovessero entrare nel Consiglio, ciò significherebbe un vero declassamento del nostro paese, unico Stato fra i grandi a non avere un seggio permanente nel più importante organo delle Nazioni Unite.

Al fine di impedire questa "retrocessione" la diplomazia italiana ha lavorato alacremente, elaborando una mozione alternativa a quella sponsorizzata dal G4. Marcello Statafora, ambasciatore d'Italia all'Onu, ha consegnato un documento dal titolo "United for consensus" ai due più alti esponenti del Palazzo di vetro: Kofi Annan, segretario generale dell'Onu, e Jean Ping, il rappresentante del Gabon attuale presidente dell'Assemblea Generale. In tale documento l'Italia formula una soluzione diversa affermando che, piuttosto che istituire nuovi membri permanenti, sarebbe preferibile creare una nuova categoria di Stati, che siedono nel Consiglio per quattro anni invece dei due adesso previsti.

Il progetto italiano ha incontrato adesioni eccellenti. Per quanto si dica che l'Onu che ha ormai perso il suo valore e non conta più molto, un seggio al Palazzo di vetro è ancora assai ambito. Leggendo chi sono i paesi sottoscrittori del documento, si può notare che le feluche italiane stanno operando con efficacia. Fra i sostenitori della proposta dell'Italia vi sono stati di peso rilevante quali Spagna, Messico, Argentina, Colombia, Marocco, Turchia.

Il pressing diplomatico dell'Italia ha già fruttato i primi dividendi. La nostra diplomazia ha ottenuto un primo successo, riuscendo a spostare a settembre il dibattito in seno all'Assemblea Generale. In tal modo il voto, che appariva quasi certo a favore del G4, viene adesso rimesso in discussione.

In questi mesi la diplomazia italiana potrà perfezionare la sua strategia e ricercare ulteriori alleati. Soprattutto, l'Italia dovrà giocare al meglio la carta che farà la differenza: ottenere l'appoggio da parte del mondo islamico nel suo complesso.

L'Italia può avere buon gioco affermando ciò che appare evidente: la riforma proposta dal G4 discrimina l'Islam. Secondo la mozione citata, il Consiglio di sicurezza allargato non includerebbe nessuno stato musulmano come membro permanente. Il progetto ha suscitato recriminazioni fra gli Stati islamici. Ha affermato Abul Gheit, ministro degli Esteri egiziano, che "un miliardo di musulmani e oltre 300 milioni di arabi hanno diritto di essere rappresentati nel Consiglio su base paritaria con le altre culture".

Il momento è quantomai favorevole. Il mondo islamico, in particolare gli Stati di etnia araba, sta vivendo una fase di grande trasformazione, tanto che commentatori autorevoli hanno parlato di un vero "'Otantanove del mondo arabo", con riferimento all'anno che determinò il crollo del muro di Berlino. L'ascesa di Mahmoud Abbas (detto Abu Mazen) a capo dell'Autorità nazionale palestinese, le elezioni in Iraq, la "rivoluzione delle rose" in Libano, l'annuncio del presidente egiziano Mubarak di riforme politiche sostanziali sono i casi più emblematici di un movimento riformista che sta avanzando in modo inarrestabile.

La diplomazia italiana deve ora cogliere il momento per promuovere un nuovo grande dibattito a livello internazionale. Gli scenari prospettati nei mesi scorsi devono essere aggiornati, considerando l'evoluzione in corso nell'intero Medio Oriente. Giocando bene le sue carte, l'Italia potrà godere del sostegno di una cultura e di una religione decisive negli equilibri mondiali.


La Grecia contemporanea 1974-2006 La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
  Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005, di Rudy Caparrini Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006


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