Attentati di Londra, perché Tavistock Square
di Rudy Caparrini
07 luglio 2005

Sei esplosioni di grande potenza hanno sconvolto Londra. La capitale inglese, che ieri era in festa per l'assegnazione delle Olimpiadi, è passata in meno di ventiquattr'ore dalla gioia più grande a un dolore immenso. La conta dei morti e dei feriti è ancora in corso, ma senza dubbio il tributo di sangue sarà pesante. Si è trattato di un attacco coordinato, studiato nei minimi particolari. Una azione simultanea che ricorda da vicino quanto avvenne a Madrid l'11 marzo 2004. Le analogie con la strage che insanguinò la capitale spagnola, che causò circa 200 morti, hanno indotto gli analisti ad attribuire la responsabilità della strage al terrorismo di matrice islamica. La pista de fanatismo religioso merita di essere tenuta in piedi, ma al momento sarebbe prematuro azzardare ogni ipotesi. Già altre volte - si pensi al massacro di bambini avvenuto a Beslan il 1° ottobre 2004, nota come "strage degli innocenti" - l'ipotesi di Al-Qaeda fu tirata in ballo senza poi essere suffragata dai fatti. Si può invece rilevare alcuni elementi che conferiscono a questa azione terroristica una sua particolarità, con riferimento agli obiettivi oggetto della barbarie. Prima di tutto si può vedere che, mentre a Madrid furono colpiti solo i treni, a Londra si è puntato anche ai bus. Una scelta dettata dal fatto che tale mezzo è molto in uso nella capitale inglese e ciò dimostra che le menti della strage conoscono bene la realtà locale.

Un altro elemento meritevole di essere rimarcato concerne la scelta dei luoghi dove le esplosioni si sono verificate. Mentre a Madrid si puntò su un posto ben conosciuto come la stazione di Atocha, Stavolta le zone colpite presentano caratteristiche differenti. Il bus numero 30 è esploso in Tavistock Square, una piazzetta normale, dove la vita scorre tranquilla. Un luogo di cui i grandi organi di informazione non sono soliti parlare. Chi ha avuto la fortuna di trascorrere del tempo in Tavistock (chi scrive è fra questi) prova un certo stupore nel sentire che proprio lì si è consumata una strage orrenda. Quella piazza, più in generale la zona circostante, è un posto dove si respira l'aria della tolleranza, un luogo dove tantissime etnie e religioni coincidono. In quella piccola casa dello studente (l'indimenticabile Connaught Hall), stavamo insieme in tanti, così diversi fra noi ma uniti da un codice non scritto del rispetto reciproco. Lì lo scontro fra civiltà non era assolutamente preso in considerazione. In quella piazzetta e nei dintorni si ha un'alta concentrazione di giovani provenienti da paesi orientali. Gli asiatici a Londra sono molti in ogni quartiere ma la zona di Tavistock Square rappresenta qualcosa di particolare per la cultura orientale.

Tavistock Square è a un passo dalla più grande Russell Square (anch'essa martoriata oggi dalle bombe) dove si trova l'ingresso principale della più grande università europea per gli studi asiatici e africani: la Soas (School of Oriental and African Studies). Questo ateneo è il simbolo stesso della conoscenza e della passione per tutto quanto fa Oriente. In quell'edificio hanno insegnato docenti del calibro di Bernard Lewis e P.J. Vatikiotis. La biblioteca della Soas è la collezione più fornita in Europa di volumi e documenti realtivi all'Africa, al Medio e all'Estremo Oriente. Molti studenti di tutte le parti del mondo si sono recati in Russell Square per raccogliere il materiale necessario per redigere le loro tesi di laurea. Questi giovani sono tornati a casa con una passione ancora più grande per tali materie, forti di un valore aggiunto che solo il contatto ravvicinato con altre culture ed etnie può dare. Molti di questi ragazzi che andavano alla Soas chiedevano proprio di stare in Tavistock Square, l'alloggio più vicino alla biblioteca. Quella piazzetta così tranquilla, anonima ma multietnica, simbolo dell'integrazione fra i popoli, modello di tolleranza per tutti. Quella piazzetta così normale, dove un autobus è esploso il 7 luglio 2005.


La Grecia contemporanea 1974-2006 La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
  Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005, di Rudy Caparrini Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006


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