Omicidio Hariri, occasione di svolta per Libano e Siria
di Rudy Caparrini
Pagine di Difesa 18 febbraio 2005

Le autobombe tornano a colpire in Libano, il paese dove sono state inventate. Lunedì 14 febbraio è stato assassinato l'ex premier Rafik Hariri, grande protagonista della politica del paese dei cedri, senza dubbio il più personaggio più influente degli ultimi quindici anni. Dopo essere stato molto criticato per i suoi innumerevoli conflitti d'interesse, Hariri si era guadagnato negli ultimi tempi la stima di tutti i libanesi, da quando anch'egli, fino ad allora uomo di fiducia della Siria, si era unito al coro di chi chiedeva il ritiro delle truppe siriane dal paese.

L'omicidio di Hariri ha scatenato il panico nella comunità internazionale. In molti hanno lanciato pesanti accuse contro la Siria, accusata di volere manovrare le vicende politiche libanesi. L'ingerenza di Damasco, finalizzata a favorire l'uno o l'altro schieramento, rischia di determinare pericolose fratture interne. I mass media, libanesi ma non solo, hanno parlato di un paese sull'orlo del collasso, temendo una ripresa della guerra civile che dilaniò il paese tra il 1975 e il 1990.

I timori dell'opinione pubblica mondiale sono stati fugati dalla reazione del popolo libanese, che ha mostrato una compattezza inattesa. Oltre duecentomila persone hanno partecipato ai funerali dell'ex premier, scandendo slogan contro la Siria. Il Libano ha dato prova di grande unità nazionale, ritrovando in un momento difficile quella coesione svanita negli anni '70. Piuttosto che essere coinvolto in una spirale di violenza, il paese dei cedri potrebbe avere imboccato la via della riconciliazione nazionale.

L'omicidio di Hariri potrebbe produrre conseguenze di segno opposto anche in Siria. Damasco si trova ora isolata a livello internazionale, sottoposta a pressioni diplomatiche da ogni parte del mondo. Tale situazione potrebbe innescare una disputa fra i due schieramenti rivali presenti sulla scena politica nazionale: i riformisti, che fanno capo al presidente Bashar Assad, e i conservatori, eredi della nomenklatura del partito Ba'ath.

In questi giorni il giovane Assad viene accusato, da analisti e uomini politici di tutto il mondo, di non avere rispettato le promesse, non essendo egli riuscito ad avviare il processo di modernizzazione del suo paese. Alcuni commentatori si spingono oltre, attribuendo precise responsabilità al giovane presidente nel sostegno al terrorismo.

Alcuni capi d'imputazione sono certamente eccessivi giacché Bashar è stato costretto a muoversi su un terreno minato. Il rampollo della famiglia Assad ha dovuto fare i conti con la sistematica opposizione da parte dei duri del regime, ostili a ogni riforma per paura di perdere i loro privilegi. In molte circostanze il presidente è stato costretto a compromessi con la vecchia guardia, rinunciando a molti suoi progetti di rinnovamento.

Adesso Bashar ha il dovere di rischiare. L'accerchiamento diplomatico in cui la Siria si viene a trovare impone scelte drastiche. I riformisti devono avere il coraggio di uscire allo scoperto, sfidando a viso aperto la nomenklatura del Ba'ath. Il mondo intero chiede alla Siria il varo di riforme sostanziali in campo politico e sociale, nonché una decisa presa di posizione contro il terrorismo internazionale.

La manifestazione di nazionalismo esplosa in Libano offre a Bashar l'occasione per un disimpegno dal paese dei cedri. La ritrovata compattezza delle forze politiche libanesi è un motivo ulteriore per il ritiro dei soldati siriani, giacché adesso il paese ha ritrovato la sua unità ed è in grado di gestire la sicurezza interna. I riformisti siriani devono cogliere il momento per imporre la smobilitazione delle truppe dal Libano, che sta causando a Damasco un costo enorme sotto il profilo economico e politico.


La Grecia contemporanea 1974-2006 La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
  Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005, di Rudy Caparrini Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006


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