Intervista a Sergio Coggiola, direttore del giornale Eureka.
Avevamo dato notizia della difficile situazione in cui versava la sezione di Grecia del Comites (Comitato degli italiani all'estero), riferendo fra l’altro delle dimissioni del presidente Angelo Saracini. La questione ha conosciuto un progressivo inasprimento fino a giungere alla più drastica delle conclusioni: la richiesta di scioglimento del Comites stesso.Mondo Greco intende presentare ai suoi lettori tale contenzioso senza schierarsi con nessuno dei contendenti. Non avendo avuto la possibilità di seguire da vicino le vicende del Comites Grecia, non è possibile esprimere un giudizio pertinente sulla questione. Pertanto, presenteremo la disputa attraverso l’opinione parziale di due persone coinvolte nella contesa: il presidente dimissionario Angelo Saracini e il collega Sergio Coggiola, direttore del giornale Eureka, che nell’edizione di aprile del suo giornale aveva denunciato il degrado del Comites
Secondo lei il Comites era morto prima di iniziare. Può spiegarlo in poche parole.
Morto proprio no. Poteva essere il Comites della svolta perché sei perfetti sconosciuti (quelli della Lista azzurra) avevano ottenuto più preferenze dei consiglieri uscenti. La comunità aveva chiesto che l’organo di rappresentanza cambiasse registro. Ma il pareggio del numero dei consiglieri e la strategia di Romagnoli di usare il Comites per iniziare la sua carriera politica hanno creato le prime divisioni. Si aggiunga la questione delle firme false apposte sull’elenco per la richiesta di presentazione della lista azzurra. In breve, ciò che doveva succedere quattro anni fa, e cioè la richiesta di scioglimento, è successa oggi, con l’aggravante che in questo periodo il Comites non ha prodotto nulla, nonostante che oggi disponga di più di trentamila euro.
Per intenderci: c’entrano le divisioni di tipo politico e partitico, classiche di tutto quanto fa Italia, sia nel Bel Paese sia nel resto del mondo?
Domanda mal posta: il Comites, prima delle legge sul voto degli italiani all’estero, era un organo di “sostegno” della comunità. Nelle ultime elezioni, parlo del 2004, il Comites si è trasformato in una palestra politica.
Ci saranno strascichi giudiziari?
Per che cosa? Per le firma false? Reato prescritto, ma potrebbe essere anche una chiave di lettura per capire alcuni comportamenti. Perché nessuno ha assunto l’iniziativa per creare una nuova dirigenza del Comites?
Sono sei contro sei, senza possibilità di mediazione.
Quale futuro prevede per le rimanenti istituzioni italiane in Grecia, ovvero Istituto di Cultura e Scuola italiana?
Il futuro del “tiriamo a campare”. Attenzione, spesso si dimentica che, come dice il vecchio adagio, “il pesce puzza dalla testa”. E fino a quando la testa non chiede resoconti sull’attività svolta e sulle sue modalità ed efficacia, ma soltanto verifica che i bilanci non siano in rosso, tutto continuerà come sempre.
Il presidente Saracini ha in mente altre iniziative per gli italiani in Grecia. Crede possano avere migliore fortuna del Comites?
Me lo auguro.
Domanda personale: secondo Sergio Coggiola, come si potrebbe organizzare la comunità italiana in Grecia?Rispondo così: abbiamo vinto il mondiale di calcio, ma nessuno, ad esempio il Comites, ha pensato di affittare uno schermo gigante da piazzare nel cortile della scuola italiana. Neppure per la finale, mentre inglesi, francesi, tedeschi si sono organizzati con l’aiuto delle loro rappresentanze. Succederà anche per gli europei.
La Grecia contemporanea (1974-2006) di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera ed. Polistampa, 2007 |
Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005 di Rudy Caparrini prefazione di Franco Cardini ed. Masso delle Fate, 2006 |