In un’intervista rilasciata al quotidiano francese “Le Figaro”, pubblicata il 23 settembre, il primo ministro greco Kostas Karamanlis ha legittimato la richiesta della Turchia per l’ingresso, come membro a tutti gli effetti, nell’Unione Europea (Ue). Il capo del governo di Atene ha affermato che “una Turchia europeizzata è nell’interesse di tutti, della Grecia in particolare”. Il premier ellenico ha sottolineato che non avrebbe senso offrire ad Ankara una forma di partnership privilegiata, in luogo dei negoziati per l’ingresso come paese membro a tutti gli effetti, poiché “non sarebbe giusto né onesto dire adesso che si offre qualcosa di diverso rispetto a quanto promesso nel 1999”.
Le dichiarazioni rilasciate dal premier ellenico a “Le Figaro” rappresentano il momento culminante di una serie di gesti diplomatici, compiuti negli ultimi giorni da alti esponenti greci, nel segno dell’apertura verso gli ex nemici turchi. La buona predisposizione di Atene verso Ankara era stata garantita dal ministro degli Esteri ellenico Petros Molyviatis, durante l’incontro riservato avuto col collega turco Abdullah Gul il 19 settembre a New York, a margine dei lavori di apertura dell’Assemblea Generale dell’Onu. Frasi concilianti, volte a garantire il supporto greco alla richiesta turca di avviare i negoziati con la Ue, erano state pronunciate anche da Karolos Papoulias, presidente della Repubblica Ellenica.
Dal punto di vista diplomatico, l’ammissione pubblica di Karamanlis vale oro per la Turchia. Se l’inizio dei negoziati ha avuto il beneplacito dalla Grecia, che più di tutti aveva dei motivi per opporsi alla Turchia nella Ue, non sarebbe più giustificabile un’eventuale obiezione avanzata da altre nazioni europee. Dal momento che il premier greco afferma di non temere i turchi, l’eventuale opposizione avanzata da leader europei emergenti e assai agguerriti contro Ankara, quali Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, perde di valore. Senza l’appoggio di Atene, viene difficile pensare che Parigi e Berlino abbiano convenienza a continuare una battaglia che, in questo frangente, assumerebbe il tono di una sfida all’intera civiltà islamica.
La scelta di Karamanlis è meritevole di essere menzionata poiché rappresenta un vero esempio di realismo politico. La Grecia ha compiuto una scelta razionale per vari motivi. L’adesione di Ankara alla Ue consente ad Atene di rimuovere per sempre la minaccia di un conflitto armato nel Mar Egeo, zona ancora contesa. Da ciò scaturiscono grossi vantaggi economici, poiché il governo greco potrà drasticamente ridurre le spese per la difesa, che gravano nella misura del 5-6% sul Pil.
L’apertura ad Ankara, inoltre, fa parte di una precisa strategia politica e diplomatica di Atene, che ha tutto l’interesse a favorire lo spostamento del baricentro politico europeo verso il Mediterraneo orientale. La Grecia, infatti, si sta impegnando per patrocinare l’ingresso in Europa ai paesi dei Balcani e Mar Nero, primi fra tutti i paesi a essa più legati: Bulgaria, Romania e Serbia.
L’integrazione europea della Turchia è destinata a produrre conseguenze importanti per l’intera Europa, non solo per la Grecia. Con l’estensione del confine della fino al Bosforo, si ricompone l’unità del Vecchio Continente, dopo molti secoli di frammentazione. Da ora in poi si tornerà a parlare di Europa nel senso reale del termine. Per molti secoli, esattamente da quando cadde Costantinopoli nel 1453, il continente era stato identificato solo con le sue regioni occidentali e settentrionali.
L’ingresso della Turchia nella Ue comporterà lo spostamento dell’asse politico europeo verso il Mediterraneo, precisamente verso la zona orientale del Mare Nostrum, con relativo vantaggio per la Grecia. Le cancellerie europee e i mezzi di informazione, che per molti decenni hanno guardato solo a Parigi, Bruxelles e Bonn (adesso Berlino), dovranno prestare maggiore attenzione ad Atene e Ankara.
Karamanlis, in sostanza, non ha regalato proprio niente alla Turchia. Il capo del governo di Atene ha favorito l’ingresso di Ankara perché ciò è conveniente per gli interessi del suo paese. Secondo i decision-maker greci, Erdogan ha meritato il sostegno poiché rappresenta una buona occasione per guidare la Turchia verso la modernizzazione, lo sviluppo, l’armonizzazione verso gli standard europei. Un Turchia “europeizzata” conviene a tutti, non solo alla Grecia.
La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006