Dora Bakoyannis nuovo ministro degli Esteri nel governo Karamanlis
di Rudy Caparrini
21 febbraio 2006

Il 14 febbraio il primo ministro greco Costas Karamanlis ha annunciato un rimpasto di governo di ampie proporzioni, che ha mutato in modo sensibile la fisionomia dell'esecutivo ellenico espressione del partito conservatore Nea Demokratia, in carica dal marzo del 2004. In totale, il rimpasto di Karamanlis ha determinato un cambio al vertice di quasi tutti i ministeri di rilievo sostanziale: esteri, difesa, interni, sanità, cultura, turismo. La novità di maggiore impatto concerne la nomina a ministro degli esteri di Dora Bakoyiannis, figura di assoluto spessore, probabilmente il personaggio politico più popolare nella Repubblica Ellenica. Oltre che in patria, la Bakoyiannis, gode di ampio credito e notorietà a livello internazionale in virtù della sua storia politica e personale. Era facile pronosticare per Dora una carriera di successo in politica poiché, oltre a un indubbio talento, avrebbe avuto la strada spianata in quanto figlia di Costas Mitsotakis, l'anziano leader di Nea Demokratia che fu premier dal 1990 al 1993. Il carisma della nuova numero uno della diplomazia ellenica si rafforzò nel settembre 1989, quando i terroristi del gruppo di estrema sinistra "17 Novembre" le assassinarono il marito, il deputato e giornalista Pavlos Bakoyiannis (del quale ha scelto di conservare il cognome).

Dora reagì all'omicidio con grande personalità, intensificando il suo impegno politico e decidendo di occupare il posto in parlamento lasciato vacante dal marito. Il coraggio e la passione profusi fecero della Bakoyiannis un'eroina a livello nazionale. Da allora, il suo percorso politico è stato un crescendo senza freni, segnato dalla trionfale elezione a sindaco di Atene, avvenuta nel 2002 con un consenso di oltre il 60% dei voti. Come primo cittadino della capitale ellenica, la Bakoyiannis ha beneficiato di una ribalta unica nell'estate del 2004, quando Atene ha ospitato le tanto attese Olimpiadi. L'ottima prova di efficienza dimostrata in quell'occasione dai greci, il cui successo è stato riconosciuto da tutto il mondo, ha sancito la definitiva consacrazione di Dora livello internazionale, elevandola a simbolo stesso del nuovo corso della Grecia contemporanea. La personalità e la popolarità della Bakoyiannis sono essenziali per capire l'impatto che tale nomina potrà avere sulla diplomazia ellenica e sulle vicende dell'Europa sudorientale nel complesso. Dora si distingue dal suo predecessore, Petros Molyviatis, per il diverso rilievo politico e per il largo seguito popolare che si è conquistata negli anni.

Il ministro uscente era un "grand commmis", un diplomatico di carriera che aveva ricoperto importanti ruoli istituzionali, come ambasciatore e prima ancora come stretto collaboratore fin dagli anni '70 di Costas Karamanlis Sr (è uno di quei personaggi che Oriana Fallaci menziona spesso, in modo non tropo positivo, nel suo libro "Un uomo" dedicato ad Alekos Panagulis). Molyviatis, che pure ha lavorato bene al punto di portare la Grecia in Consiglio di Sicurezza Onu, ha agito più da direttore generale del dicastero che non da ministro. Molyviatis, da molti ritenuto provvisorio anche per ragioni di età (ha 77 anni), ha concentrato la sua azione sulla "diplomazia economica", che ha condotto Atene ad assumere un ruolo di primo piano nei Balcani. Le questioni più politiche, quali Cipro e i rapporti con la Turchia, sono state affrontate seriamente ma senza presentare iniziative di forte impatto. Dora Bakoyiannis, appena dopo avere assunto le redini del dicastero degli esteri, ha affermato che i cardini della sua politica saranno la soluzione della questione di Cipro, il consolidamento delle relazioni con la Turchia e i Balcani. È importante notare l'ordine di come queste priorità sono state elencate, poiché in tale dettaglio risiede la differenza di approccio tra la Bakoyiannis e il suo predecessore.

Mancando di un mandato di stampo politico, Molyviatis non ha potuto fare molto riguardo a Cipro. A bloccare l'azione del ministro uscente ha contribuito soprattutto l'esito del referendum del 24 aprile 2004, che vide i greci ciprioti respingere la proposta di riunificazione contenuto nel piano preparato da Kofi Annan, segretario generale dell'Onu. Il governo Karamanlis, in carica dal marzo di quell'anno, non ebbe tempo a sufficienza per esercitare l'azione diplomatica necessaria nei confronti del governo di Nicosia. Dopo quel referendum, la questione di Cipro non poteva essere affrontata subito, pena il rischio di veder fallire ancora una volta le trattative. In caso di nuovi rifiuti, la situazione poteva degenerare e ciò non era nell'interesse di Atene, né di Nicosia né di Ankara. Per tale ragione Molyviatis, diplomatico abile ed esperto, ha scelto un basso profilo. La novità sostanziale rappresentata da Dora Bakoyiannis, che per i Balcani dovrebbe seguire la linea tracciata da Molyviatis, riguarda proprio la volontà di imprimere una svolta decisa al problema di Cipro, l'ultimo contenzioso irrisolto in Europa.

Dal 1974 vi sono due governi distinti nell'isola: quello ufficiale della Repubblica di Cipro, riconosciuto da quasi tutto il mondo meno che la Turchia ed espressione dell'etnia greca, che rappresenta la grande maggioranza della popolazione; quello di turco-ciprota, riconosciuto solo da Turchia ed Azerbajian. Per la Grecia e per i greci, quella di Cipro è una questione di forte impatto popolare, che tocca nel profondo l'orgoglio nazionale. Ogni mossa relativa a Cipro comporta scelte delicate sotto il profilo politico. Ne consegue che l'iniziativa può essere assunta solo da un personaggio di con un forte seguito politico. In virtù di un prestigio riconosciuto fra gli ellenici di tutto il mondo, la Bakoyiannis è il personaggio più indicato, se non l'unico, per indurre il governo di Nicosia ad accettare un compromesso che porti alla definitiva riunificazione dell'isola. La scelta di Dora Bakoyiannis, che aveva manifestato in modo chiaro le sue idee su Cipro già nell'aprile 2004, dichiarandosi a favore del piano Annan, sottolinea una volta ancora la volontà del governo Karamanlis di compiere passi avanti nelle relazioni fra Grecia e Turchia. La risoluzione della questione di Cipro equivarrebbe a sancire una tregua ufficiale tra Atene e Ankara.

La fine di questo stato di allerta sarebbe assai conveniente per la Grecia, giacché consentirebbe un risparmio enorme in fatto di spese militari, per vari miliardi di euro. Karamanlis, seguendo la strada tracciata dal suo predecessore Costas Simitis, ha compreso che la risoluzione dei contenziosi aperti con Ankara è di cruciale importanza per lo sviluppo economico. La capacità della Bakoyiannis di ottenere risultati concreti per Cipro è quindi determinante per la realizzazione del programma di riforme del governo conservatore. In passato le famiglie Karamanlis e Mitsotakis, le dinastie dominanti nel fronte dei conservatori, sono state spesso protagoniste di lotte per la leadership di Nea Demokratia. Adesso gli interessi di Costas Karamanlis e Dora Bakoyiannis coincidono e l'ex sindaco di Atene potrà contare sul pieno sostegno dell'intero esecutivo per risolvere il contenzioso di Cipro.


La Grecia contemporanea 1974-2006 La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
  Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005, di Rudy Caparrini Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006


Articoli e dossier

Home page