La “dichiarazione Sharon” all’Onu e le sue conseguenze
di Rudy Caparrini
Pagine di Difesa 17 settembre 2005

Il 16 settembre 2005 Ariel Sharon (detto “Arik”) ha dichiarato pubblicamente ciò che nessun capo del governo d’Israele aveva mai osato dire in passato: “I palestinesi hanno diritto ad avere un loro Stato indipendente”. L’affermazione ha acquisito speciale risonanza anche grazie al contesto nel quale è stata esposta. Sharon, infatti, ha espresso questa posizione intervenendo alla sessione inaugurale dei lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il discorso del premier israeliano, immortalato dai più importanti giornali e network televisivi di tutto il mondo, è stato ascoltato da oltre cento capi di Stato di governo.

La presa di posizione del capo del governo di Gerusalemme è destinata a produrre conseguenze sostanziali, sia per ciò che concerne la politica interna israeliana sia a livello internazionale.

In Israele, gli ambienti conservatori della destra nazionalista, per i quali Sharon è stato per lungo tempo un leader di riferimento, hanno espresso critiche pesanti al premier, già sotto accusa per il ritiro da Gaza. Il deputato Michael Ratzon ha sentenziato che “Arik” adesso rappresenta la sinistra e quindi non può più essere il capo del Likud, il soggetto di politico espressione della destra che Sharon stesso contribuì a fondare nel 1973.

Il discorso del premier, assai inusuale per un leader della destra nazionalista, è stato molto apprezzato dai laburisti di Shimon Peres, gli ex nemici ora alleati in quella stranissima coalizione che tiene in piedi l’esecutivo israeliano. Il ministro socialista Isaac Herzog, responsabile del dicastero per l’edilizia, ha manifestato grande ammirazione per il premier, associandolo a Rabin perché suscita l’odio dei circoli oltranzisti. I dirigenti laburisti hanno salutato il discorso pronunciato a New York come una valida piattaforma per continuare a cooperare insieme in futuro.

Le ripercussioni della “dichiarazione Sharon” sulla politica interna israeliana sono state ottimamente spiegate sull’edizione on line del 16 settembre del quotidiano israeliano “Ha’aretz” da Aluf Benn, uno dei più stimati commentatori politici del paese ebraico. L’analisi, dal titolo “Sharon understands he must head toward the center”, spiega che il premier ha inteso inviare un messaggio chiaro all’elettorato di centro, un bacino di voti rappresentato da coloro che vogliono la pace e che per raggiungerla sono disposti a cedere anche altri territori occupati. Secondo Benn il capo del governo di Gerusalemme, ormai convinto di non avere più alcuna chance di ottenere la nomination dal Likud, ha voluto annunciare la sua intenzione di fondare un nuovo soggetto politico.

La mossa di Sharon, indipendentemente dai risvolti legati alla politica interna nel suo paese, è comunque destinata a produrre conseguenze rilevanti a livello internazionale. Il discorso che ha pronunciato il 16 settembre davanti all’Assemblea generale dell’Onu è destinato a segnare una pietra miliare nella storia del conflitto arabo-israeliano. La manifestazione pubblica di una simile intenzione, di fronte a un pubblico così qualificato, attribuisce alla “dichiarazione Sharon” la rilevanza di quegli atti che segnano un punto di non ritorno.

Le parole pronunciate dal premier israeliano ci consentono di accostare tale discorso alla celebre “Dichiarazione Balfour” del 1917, la lettera che il ministro degli Esteri britannico, appunto Lord Balfour, inviò a Lord Rotschild. In tale epistola il governo della Gran Bretagna si dichiarava favorevole alla nascita di un “focolare ebraico in Palestina”. Gli ebrei, che fecero della lettera di Balfour la base delle loro pretese territoriali, non potranno adesso più ignorare le promesse fatte ai palestinesi mediante la “dichiarazione Sharon”.


La Grecia contemporanea 1974-2006 La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
  Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005, di Rudy Caparrini Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006


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