Christodoulos: un riforrmatore vero
di Rudy Caparrini
Mondo Greco 29 gennaio 2008

La morte dell’Arcivescovo di Atene Christodoulos, primate della Chiesa Ortodossa, ha suscitato grandi attenzioni da parte dei media sia in Grecia sia all’estero. Il defunto Arcivescovo doveva davvero essere un personaggio di statura elevata. O deduciamo ripensando alle tantissime attenzioni che gli sono state riservate durante gli ultimi mesi, che registrava di fatto una sorta di bollettino delle sue condizioni di salute.Per conoscere meglio chi era Christodoulos, per sapere quanto fosse forte la sua personalità e il suo carisma abbiamo contattato un attento conoscitore attento della realtà ellenica: Sergio Coggiola, direttore del giornale Eureka, pubblicazione in lingua italiana edita e diffusa in Grecia.

La salute del primate è stata oggetto di grandi attenzioni, tali da farci dedurre che è scomparso un grande personaggio. Qual i erano i tratti salienti della personalità dell’Arcivescovo? Testardo, caparbio, ma soprattutto fu un “riformatore”, nel senso che ereditò una Chiesa, venne nominato nel 1998, “antiquata” e cercò, in parte riuscendoci, di portarla nell’oggi. In uno dei suoi primi discorsi si rivolse ai giovani invitandoli ad avvicinarsi alla Chiesa “anche se portate un orecchino”, disse loro. Costituì diverse commissioni di studio, introdusse il web nell’uso quotidiano nei rapporti tra Chiesa e fedeli, fondò diverse organizzazioni filantropiche per assistere i più poveri. Aprì la Chiesa di Grecia alla secolarità: aprì un ufficio a Bruxelles presso la UE e si rivolse alla sua gente. Ha avviato un programma pilota: la lettura del Vangelo in greco moderno: si dirà cosa da poco, e invece no conoscendo le resistenze al cambiamento che contraddistingue la gerarchia ortodossa. Fu merito suo se Giovanni Paolo II visitò la Grecia quale capo di stato. Il pontefice in quella occasione chiese scusa per i fatti della seconda crociata. Fu il disgelo.

Cosa rappresentava egli per il popolo greco?

Quella sotterranea vena di “nazionalismo” che attraversa tutta la società ellenica. Disse una volta: “Noi siamo greci perché la chiesa ortodossa ne ha sempre rappresentato l’anima e la cultura”. Per secoli infatti, l’ortodossia era l’unico “collante” che tenesse unita i popoli cristiani durante l’impero ottomano, per questo motivo, forse per noi occidentali poco comprensibile, la Chiesa nei Balcani ha un ruolo ancora oggi di identità.

L’occasione ci offre la possibilità di una comparazione fra Grecia e Italia, patrie delle due più importanti branche del Cristianesimo. In Italia la chiesa cattolica ha sempre giocato un grande ruolo anche a livello politico. Che influenza ha il clero ortodosso negli equilibri politici greci, nazionali e locali?

Ruoli politici specifici nessuno: in Grecia ci sono le leggi sull’aborto, il divorzio, la procreazioni assistita senza che la Chiesa abbia potuto mettere di traverso il Governo. Lo stesso Christodulos nel 2000 portò in piazza un milione di persone per indurre il governo Simitis a non cancellare la professione di fede dalle carte di identità, senza riuscirci.

La scelta del nuovo Arcivescovo di Atene sarà una questione politica? No, resta da stabilire se la “cura Christodulos” verrà continuata o no, cioè se vale la regola vaticana: un conservatore e poi un progressista

Per concludere ancora un riferimento all’Italia. Da noi si è scatenato il finimondo per la questione della visita del Papa alla Sapienza, prima annunciata poi cancellata per vari motivi. Pensa che in Grecia potrebbe mai accadere un cosa del genere?

Non credo. Ma attenzione non ci sono termini di paragone (teologico, intellettuale, culturale) tra Benedetto e Christodulos, cioè tra un fine intellettuale e un buon vescovo. In Grecia non possiamo dire che ci siano intellettuali ortodossi come in Italia ci sono gli intellettuali cattolici. In Grecia non c’è alcun sentimento anticlericale anche in quella parte di intellettuali che si dichiarano atei. Infine qui in Grecia non è mai stato processato alcun Galileo. Credo che se lo avessero invitato, nessuno avrebbe dimostrato, tranne quattro nostalgici comunisti. E se glielo avessero impedito, il fatto non avrebbe mai avuto ripercussioni sull’immagine del governo (qui i comunisti stanno all’opposizione e non si lamentano, anzi…).


La Grecia contemporanea 1974-2006 La Grecia contemporanea (1974-2006)
di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco, Ninni Radicini
prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera
ed. Polistampa, 2007
  Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005, di Rudy Caparrini Il Medio Oriente contemporaneo 1914-2005
di Rudy Caparrini
prefazione di Franco Cardini
ed. Masso delle Fate, 2006


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